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8/26/2016

Quando il denaro muore


di Gary North
È raro che il denaro possa morire, ma di tanto in tanto accade. È morto in Germania e Austria nel 1921-1923. È morto in Ungheria dopo la seconda guerra mondiale. È morto in Zimbabwe nel 2008-9, quando il resto del mondo era in recessione.
È raro che il denaro possa morire, ma di tanto in tanto accade. È morto in Germania e Austria nel 1921-1923. È morto in Ungheria dopo la seconda guerra mondiale. È morto in Zimbabwe nel 2008-9, quando il resto del mondo era in recessione.
Ecco un caso famoso:
Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia. Giuseppe ammassò tutto il danaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, come prezzo del grano che si comprava; e Giuseppe portò questo danaro nella casa di Faraone. E quando il danaro fu esaurito nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero a Giuseppe e dissero: "Dacci del pane! Perché dovremmo morire in tua presenza? giacché il danaro è finito". E Giuseppe disse: "Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se non avete più danaro". E quelli menarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, dei loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame. Passato quell'anno, tornarono a lui l'anno seguente, e gli dissero: "Noi non celeremo al mio signore che, il danaro essendo esaurito e le mandrie del nostro bestiame essendo passate al mio signore, nulla più resta che il mio signore possa prendere, tranne i nostri corpi e le nostre terre.  (Gen. 47:13-18)
La vecchia moneta in Egitto era morta. Era stata sostituita da un'altra: il grano. Aveva i tratti caratteristici del denaro. Era divisibile, portabile, facilmente riconoscibile e aveva un alto valore di mercato in relazione al volume e al peso. In tempi normali, il grano deficitava di queste quattro caratteristiche. Ma durante una carestia, le acquisiva temporaneamente. Questo è il motivo per cui, durante le carestie, il grano è denaro. Questo è il motivo per cui coloro che lo possiedono diventano ricchi, ammesso che non vengano uccisi.
"Non puoi mangiare l'oro." È una frase che solevo sentire da una persona che ridicolizzava il gold standard. Ma questo non è un buon argomento contro l'oro. Si tratta di un argomento a favore del cibo. Non solo non si può mangiare l'oro, non si può mangiare neanche il denaro di carta e le carte di credito in plastica. Quando il cibo è scarso, il denaro non ha più valore rispetto al cibo. Il denaro non può sostenere la vita, il cibo sì invece. Le previsioni degli egiziani erano inesatte. Avevano conservato il loro denaro piuttosto che acquistare cibo la stagione precedente e metterlo da parte. Le previsioni di Giuseppe erano esatte. Questo lo mise a capo del futuro dell'Egitto.
Ma cosa sarebbe successo se gli egiziani avessero sentito parlare del sogno e dell'interpretazione di Giuseppe? Che cosa sarebbe successo se tutti avessero creduto alla sua storia? Il denaro sarebbe morto l'anno precedente. Se tutti fossero corsi ad acquistare il raccolto, avrebbero scoperto che le loro offerte competitive avrebbero fatto salire il prezzo del grano. Questo aumento dei prezzi non sarebbe stato così marcato come quello dell'anno seguente, quando ci sarebbe stata una drastica riduzione dell'offerta di grano, ma sarebbe stata sufficiente a trasformare il grano in denaro.
PICCO DEL MERCATO
Questo dovrebbe metterci in guardia: non tutti possono uscire da un mercato al suo picco. Il motivo: oggi la quantità offerta per la vendita al prezzo di ieri, supera la quantità domandata al prezzo di ieri. Se i venditori vogliono tirarsene fuori, devono vendere ad un prezzo inferiore a quello di ieri. Se tutti vogliono tirarsene fuori oggi e nessuno vuole comprare, il prezzo scende a zero. Il mercato cessa di esistere.
Visto che è raro che noi possiamo vedere il futuro nello stesso modo contemporaneamente, i mercati non scendono a zero molto spesso. Ma nel passaggio biblico, abbiamo un caso in cui un gran numero di persone vede il futuro nello stesso modo contemporaneamente. Tutti hanno cercato di uscire dal vecchio mercato — il mercato del denaro — nello stesso momento. Così, il vecchio denaro è morto. Quello che era stato denaro l'anno precedente, ha cessato d'esserlo.
Quando avvengono eventi come questi, cambiamenti sociali senza precedenti sono all'ordine del giorno. Quando cala il valore del denaro, cala anche il precedente consenso sociale. Il valore del denaro si basa sul consenso. La popolazione prevede normalmente il futuro in questo modo: "Domani sarà più o meno come oggi." La maggior parte delle volte tale previsione è corretta. Ma quando non lo è, i membri della società scoprono che i loro sogni e progetti svaniscono. Cercano qualcuno da incolpare. Se incolpano loro stessi, sono maturi per il pentimento. Se incolpano i loro leader, la società è matura per una rivoluzione.
Prendete in considerazione gli anni '20. Gli "anni ruggenti" ruggivano di fiducia nelle nazioni alleate vittoriose. La gente aveva fiducia nelle interpretazioni di Freud per giustificare la loro infedeltà sessuale. Sognavano di diventare ricchi grazie ad un mercato azionario perennemente in ascesa. Poche persone guardavano con fascino la Germania e l'Austria che avevano distrutto le loro valute in un'ondata d'inflazione, 1920-1923. Ma poi tutto tornò alla normalità in entrambe le nazioni, e il boom dei prestiti passò dalle economie alleate a quelle sconfitte.
Negli Stati Uniti Darwin regnava sovrano dopo l'umiliazione del fondamentalismo nel processo di Scopes nel 1925 e la morte, cinque giorni dopo, di William Jennings Bryan. Sembrava che fosse iniziata una nuova era, un'epoca di illuminismo laico, tecnologia miracolosa e crescita economica. Liberati dalla "vecchia superstizione," gli uomini mangiavano, bevevano ed erano allegri. "Venite, io prenderò vino e ci ubriacheremo di bevande inebrianti; domani sarà come oggi, ce n'è una riserva molto grande." (Isaia 56:12)
Il sogno è finito in modo miserevole: la Grande Depressione, l'ascesa di Hitler, l'ascesa dello stato sociale e la seconda guerra mondiale. È stato proclamato un nuovo dio: il dio della pianificazione centrale. Questo dio è stato adorato da un manipolo di discepoli sin dal 1880, ma ora sarebbe stato posto sul trono, in tutto il mondo. Gli uomini proclamarono la saggezza delle élite scientifiche, le quali avrebbero usato la forza per ridistribuire la ricchezza del mondo. Ci sarebbe stata ricchezza per tutti.
Nel 1929 tutti non potevano tirarsi fuori contemporaneamente dal mercato azionario. Molti hanno cercato di farlo ad ottobre. Il mercato era stato in forte espansione a partire dalla fine della recessione nel 1921. Nel 1929 le persone avevano dimenticato che esistono i cicli economici nella vita. Nel 1931 la casa editrice Viking pubblicò una piccola antologia delle previsioni ottimistiche riguardanti l'economia e il mercato. Il libro aveva un titolo tipicamente americano, Oh, Yeah? Nel 1931 il peggio doveva ancora venire.
Nel 1929 il mercato aveva raggiunto il picco: nelle azioni e nella più antica tradizione americana dell'individualismo. Naturalmente questa tradizione è stata sotto attacco sin dalla Guerra Civile (1861-1865). In Gran Bretagna è stata sotta attacco sin dal 1870. In Germania l'individualismo non aveva alcuna tradizione. Nel 1929 lo stato sociale stava per diventare la nuova ideologia. Lo stato avrebbe presto usato la coercizione su una scala senza precedenti per "salvare il capitalismo da sé stesso", come recitava lo slogan.
Quando gli uomini di una certa intelligenza proclamano che l'unica salvezza dell'uomo autonomo sarà sempre a sua disposizione, dirigetevi verso le uscite. Il mercato si sta avvicinando ad un nuovo picco.
È INIZIATO TUTTO NEL 1694
Nel 1694 il governo britannico concesse l'atto costitutivo ad una banca di proprietà privata, affinché servisse la nazione come banca centrale: la Banca d'Inghilterra. Questa istituzione di proprietà privata avrebbe avuto in possesso la sovranità politica riservata di norma al governo civile: il diritto di creare denaro. Questa istituzione è stata unica nella storia occidentale. Avrebbe avuto il diritto di emettere moneta e credito sulla base di riserve di debito pubblico. La Banca d'Inghilterra divenne il modello per tutte le banche centrali del futuro.
In un primo momento è stata l'unica. Si era guadagnata la sua autorità sul denaro per mezzo di una promessa: comprare il debito del governo britannico. La banca promise di fare in modo che ci fosse sempre stato un mercato per i titoli di stato britannici. In cambio, la banca avrebbe avuto autorità sull'emissione del credito. Era un accordo comodo e molto redditizio per il gruppo chiuso di investitori della banca.
In questo secolo, il modello della Banca d'Inghilterra si è diffuso in ogni nazione industriale e nella maggior parte delle altre. Ogni nazione ha la sua banca centrale presumibilmente indipendente. La giustificazione di questa indipendenza è che i banchieri centrali non saranno tentati di soddisfare quei politici che richiederanno l'inflazionamento della moneta. C'è un grosso problema con questo argomento: le banche centrali e le banche commerciali traggono profitto dall'emissione di moneta fiat. Il XX secolo è stato il secolo dell'inflazione. È stato il secolo del settore bancario centrale.
L'OBIETTIVO DEL NWO: UNA MONETA UNICA
Il Nuovo Ordine Mondiale ha sempre voluto una moneta centrale. È fondamentale per uno stato centrale.
L'euro è il meglio che potevano ottenere. Questo non fa ben sperare per il NWO.
La zona Euro ha una moneta unica. Le nazioni della zona Euro hanno deciso di raccogliere le tasse in euro.
In teoria, l'euro potrebbe essere legato all'oro. La Banca Centrale Europea potrebbe quindi stabilire una completa convertibilità dell'euro in oro ad un rapporto fisso. "Portate X euro alla vostra banca locale e otterrete un certo ammontare d'oro." Altre banche centrali potrebbero fare lo stesso.
Ma i banchieri centrali non vogliono una cosa del genere. Nemmeno i governi civili. Un gold coin standard riduce l'autorità dei banchieri e dei politici nel creare soldi e spenderli senza dover prima ricevere nuovi depositi (banche) o aumentare le tasse. Un gold coin standard li costringe ad uscire dal business della creazione di moneta. Non possono più manipolare l'economia attraverso la creazione di denaro fiat. Questo riduce il loro potere, o, come preferiscono definirla loro, la loro flessibilità. Banchieri e stati è come se fossero incatenati da manette d'oro, e soffrono profondamente per questa restrizione.
Ciò che vogliono i banchieri centrali è flessibilità e stabilità allo stesso tempo. Vogliono controllare l'offerta di moneta nazionale, ma vogliono che le loro valute rimangano in circolazione ad un rapporto fisso con le altre. Preferiscono sempre inflazionare, ma non possono essere tutti d'accordo sul tasso d'inflazione adeguato. Vogliono essere come Dio, creare ricchezza con il potere fiat della loro parola collettiva. Ma i banchieri centrali hanno un problema: non si fidano degli altri banchieri centrali. Inoltre, non si fidano dei politici. E i politici non si fidano di loro.
Nella preparazione del trattato di Maastricht, i team di programmatori delle banche commerciali avevano un compito impossibile: creare un programma sui tassi di cambio che avesse consentito alle banche di operare come se avessero avuto una sola valuta quando invece ce n'erano 17.
I governi europei hanno un programma: creare la prima fase di un unico ordine mondiale. Secondo loro non troveranno resistenza. Un sistema con una moneta unica è il marchio della nuova sovranità politica inter-europea. Nulla ritarderà l'arrivo di questo nuovo agente sovrano. Se i codici di computer non lo permetteranno, allora tanto peggio per i codici di computer.
L'arroganza dell'uomo è alle stelle. Sin dalla torre di Babele, non s'era più vista un tale sovrastima della capacità dell'uomo. I risultati saranno simili. La torre di Bruxelles non verrà finita.
POLITEISMO E DIVISIONE DEL LAVORO
Siamo arrivati ​​ad un punto particolarmente vulnerabile nella storia. Credo che sia il punto più vulnerabile nella storia dell'uomo. L'uomo oggi crede nell'uomo. Sebbene gli occidentali riconoscano l'importanza della religione come cemento sociale che mantiene i cittadini obbedienti, non riconoscono l'autorità della legge di Dio. Non esiste alcun quadro morale, perché non esiste alcun quadro teologico. Non c'è altro dio se non quello della pianificazione centrale.
La società ha adottato alcune regole economiche, ma sono pragmatiche. Non hanno radici né nella teologia né nella metafisica. Il darwinismo ha verniciato il regno del soprannaturale con vernice rossa e poi ha dato occhiali da sole rossi a tutti coloro che frequentano le scuole pubbliche, le strutture d'intrattenimento e quasi tutti gli istituti d'istruzione superiore accreditati. "Non vedete niente, vero? Certo che no."
Questo ha portato la società a finire in trappola. Abbiamo fatto affidamento su esperti affinché inquadrassero le questioni morali, ma lo hanno fatto usando il darwinismo. Abbiamo creduto che l'economia fosse moralmente neutra — una questione di pragmatismo — ciononostante l'unica moralità accettata dagli economisti di libero mercato è il vangelo dell'efficienza del mercato. L'efficienza è il dio trionfale del nostro tempo, soprattutto ora che il dio della proprietà socialista è andato in bancarotta.
Ma, per parafrasare la madre di Forrest Gump, efficienza è chi efficienza fa. L'efficienza sotto una serie di condizioni potrebbe non essere efficienza sotto un'altra serie di condizioni. Ciò che ha funzionato ieri potrebbe non funzionare domani. Questa è la legge del darwinismo — l'unica legge del darwinismo. Vi è sempre la possibilità di un gene mutante casuale, o un cambiamento nell'ambiente. Cambiate l'ambiente e cambierete l'equilibrio della natura. Una nuova specie potrebbe rivelarsi capace di sopravvivere in questo nuovo ambiente.
I darwinisti sociali sono alla ricerca di un fattore mutante casuale? Uno è stato pianificato: il Millennium Bug. Cercano la prova di un contesto mutato? Sembra che uno sia imminente: il crollo del sistema bancario a riserva frazionaria. Le regole del gioco — la concorrenza — stanno per cambiare. Com'è vero che le regole sono cambiate per la Torre di Babele, cambieranno anche quelle dell'efficienza economica nel futuro prossimo.
UN MONITO NEL 1942
Wilhelm Röpke non è stato l'economista di libero mercato più tecnico del nostro tempo, ma è stato il più preciso. È stato quell'economista di libero mercato che senza mezzi termini ha affermato che la teoria sociale è più ampia della teoria economica. L'economia è un sottoinsieme della teoria sociale, non il contrario. Röpke ha speso una grande quantità di tempo a riflettere sui fondamenti morali dell'ordine sociale moderno.
La Ricchezza delle Nazioni (1776) di Adam Smith inizia con una descrizione della produzione di uno spillo da parte di un artigiano. Un tale uomo poteva produrre una dozzina di spilli al giorno. Ma con le macchine, un gruppo di uomini poteva produrre migliaia di spilli. La differenza è la divisione del lavoro.
La divisione del lavoro ha reso l'Occidente la società più ricca nella storia dell'uomo. Ma per raggiungere questa ricchezza, disse Röpke, abbiamo ceduto la nostra vita al buon giudizio degli altri. Scrisse questo monito nel 1942. Viveva in Svizzera. Era un uomo segnato. I suoi libri erano stati soppressi dai nazisti. Se i nazisti avessero invaso e sconfitto le forze di difesa svizzere, probabilmente lui non sarebbe sopravvissuto. Nel frattempo, la divisione del lavoro era stata interrotta dalla guerra. La divisione del lavoro s'era ristretta. Questo mise in pericolo lo stile di vita delle persone.
Iniziò la sua analisi con la società. "Abbiamo visto che un rapporto economico serrato, che coinvolge una vasta scala di divisione del lavoro e un alto grado di dipendenza reciproca degli individui, è possibile solo in una serie di condizioni, tutte rientranti nell'integrazione 'socio-politica.' È quest'ultima che, in ultima istanza, fissa i limiti dell'integrazione economica. Ci dev'essere una struttura di istituzioni e un forte ordinamento giuridico, e dietro di essi, ci dev'essere un codice di norme osservato e principi di comportamento morali." Questo non è un problema tecnico; si tratta di una questione morale. La divisione del lavoro non sarebbe aumentata in Occidente senza un ordine sociale e morale.
È l'ordine morale e legale che ci protegge. "In questo modo, è possibile avere una società in cui tutti i membri possono sentirsi riparati in un'atmosfera di reciproca fiducia, sicurezza e continuità. Solo in questo modo è possibile ridurre e rendere sopportabile gli enormi rischi di un alto grado di dipendenza, inevitabilmente connesso con la divisione del lavoro." (p. 72) Cosa voleva dire con "enormi rischi"? Questi sono i rischi dell'interdipendenza. Se il quadro giuridico che sostiene il libero mercato dovesse fallire, la vita degli uomini sarebbe a rischio.
IL CIECO CHE ACCOMPAGNA UN ALTRO CIECO
Gli uomini hanno delegato ad altri il compito di produrre le merci che sostengono la vita. Questi altri hanno a loro volta delegato gran parte dei loro compiti alle macchine. Pochissime persone possono capire i linguaggi che fanno funzionare i computer.
Ora l'uomo considera sé stesso come un colosso che cammina a grandi passi attraverso la storia. Ma è dipendente. È totalmente dipendente dalle informazioni, soprattutto quelle riguardanti i prezzi. Se le informazioni sui prezzi spariranno all'improvviso, che cosa accadrà? Sarà cieco. E il rumore che lo circonderà lo renderà anche sordo.
Quel rumore possiamo immaginarlo. Quando gli assegni non saranno scritti in modo corretto, quando non ci si potrà fidare dei bonifici bancari, quando i comandi non potranno più essere eseguiti non appena verranno emessi, ognuno alzerà la cornetta del proprio telefono per chiamare qualcuno responsabile del proprio conto.
Tutto ciò che si acquista è espresso in denaro. Un prezzo è il prodotto di miliardi di offerte d'acquisto in competizione. Queste offerte d'acquisto ci danno informazioni sul valore di quasi tutto. La gamma dei prezzi per tutti i componenti di un'intera civiltà si basa sul sistema bancario a riserva frazionaria. Che cosa succede se c'è una corsa agli sportelli delle banche?
Il prezzo di ogni elemento che si compra cambierà drasticamente. Cadrà come una pietra, forse a zero, se lo stato si rifiuterà d'intervenire. Ma se né lo stato né la banca centrale creeranno cartamoneta per soddisfare la domanda di contanti, allora i prezzi saliranno alle stelle, almeno per un certo periodo di tempo. La cartamoneta non è la risposta. Come potete comprare qualcosa con i soldi di carta, se è necessario spedirli per posta? Non potete fidarvi del destinatario. Torniamo, quindi, al monito di Röpke sull'ordine morale e la divisione del lavoro. È possibile acquistare oltre i confini nazionali, o regionali, solo perché il destinatario si fida che la vostra banca onorerà il vostro pagamento. Cosa accade se la banca è vuota?
Se avviene una cosa del genere, e se non potete acquistare un oggetto guardando in faccia il venditore, allora non avrete alcun modo per acquistarlo. Né potrà farlo chiunque altro. Il castello di carte crollerà. La base di questo castello di carte è l'ordine morale e legale. Il secondo piano è il sistema dei prezzi e tutte le informazioni che esso trasmette. Questo castello di carte supporta l'intero ordine sociale. La sua costruzione è iniziata nel 1913 (Federal Reserve System).
"Quanto vale per te?" Questa domanda apparentemente innocua mantiene vivo il mondo di oggi. Di norma siamo in grado di fornire risposte rapide. Guardiamo il cartellino del prezzo, prendiamo in considerazione la nostra situazione finanziaria e diciamo: "Non tanto quanto mi stai chiedendo." Prendiamo decisioni, di giorno in giorno, perché abbiamo una buona idea di quanto possa valere quello che ci viene offerto in vendita. Questa storia finirà in un'economia dell'Alzheimer.
"Quanto vale per voi?" Questo è ciò che chiese Giuseppe al popolo d'Egitto. La risposta fu semplice: la loro stessa vita, la loro libertà. Si vendettero in schiavitù al faraone.
IO, LA MATITA
Nel 1957 Leonard E. Read scrisse quello che è diventato un classico, "Io, la matita." Che strumento meraviglioso è la matita. Read non aveva idea di come fosse fatta una matita, e questo fatto lo colpì. Parlò con un uomo che era a capo della produzione di matite. Nemmeno quest'ultimo sapeva come fossero fatte. La sua azienda acquistava tutti i componenti, ma non aveva idea di come fossero prodotti. Read si spinse oltre. Qualcuno sapeva come fossero fatte le macchine che creavano quei componenti? E le macchine che facevano le macchine? Conclusione: nessuno sa come fare una matita. Nessuno sa come fare una matita, ma una matita è così comune da costare poco — e quasi nessuno ci fa caso.
Allora come può accadere un tale miracolo? Grazie alla divisione del lavoro e alla libertà che abbiamo di stipulare contratti l'un l'altro. Moltiplicate l'esempio di Read per tutta la gamma di alimenti che compriamo e strumenti che usiamo. Tempo fa, recandomi presso un negozio di ferramenta, ricordo di un ragazzino che chiedeva al proprio genitore di come funzionasse un televisore. La risposta: spingendo un interruttore.
Cosa accadrebbe se l'interruttore non funzionasse come previsto? Un crollo dell'Occidente. Cosa accadrebbe se solo l'1% di essi non dovesse funzionare come previsto? Su quanti interruttori facciamo affidamento per tenerci in vita e far funzionare i nostri sistemi? La cascata di fallimenti creati dal fallimento di un misero 1% potrebbe essere sufficiente ad arrestare sistemi dopo sistemi, fino al punto in cui nessun interruttore funzionerà più.
Quanto varrebbe una matita se non poteste comprarne un'altra?
CONCLUSIONE
Il libero mercato può impedire che il denaro muoia nella maggior parte degli scenari. Ma in un vero disastro — una guerra nucleare o una pandemia causata da una guerra biologica — il denaro potrebbe venire meno. La divisione del lavoro potrebbe crollare. Questo è il motivo per cui conservare gelosamente la pace è fondamentale.
Se il nostro denaro dovesse risultare inutile, allora il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di possedere quel tipo di denaro che non sarà mai inutile. Ma mantenere la pace è fondamentale affinché il denaro possa continuare ad esistere. Tendiamo a dimenticarlo. Partiamo dal presupposto che la pace sia in qualche modo gratuita. Non lo è. Non esiste una cosa come una pace a costo zero.
traduzione di Francesco Simoncelli

12/20/2015

La Nota del FMI che ha aperto la strada alla Rivoluzione del Bail-In

L’analista finanziario Daniel Amerman analizza una “Nota  di discussione” del FMI del 2012, intitolata “Dal Bail-Out al Bail-In”, in cui forse per la prima volta si prospetta l’audace piano per risolvere  il problema delle crisi finanziarie sistemiche: considerare i depositanti e gli investitori come degli “assicuratori” delle banche, e  far loro assorbire le perdite, senza dover mettere in gioco salvataggi pubblici, aumenti di pressione fiscale o di debito pubblico.  Naturalmente il ritorno a una sana repressione finanziaria e a una banca centrale prestatrice di ultima istanza non è nemmeno contemplato. 

di Daniel Amerman – La buona notizia è che il colpevole è stato trovato, il problema risolto, e grazie agli sforzi eroici di politici e regolatori di tutto il mondo, non avremo mai più bisogno di preoccuparci di nuovo che il fallimento delle grandi banche possa distruggere l’economia mondiale.
La cattiva notizia è che il colpevole globale si è scoperto essere… tu. Tu e il tuo rapporto vergognosamente egoista con i tuoi depositi bancari, gli investimenti, le polizze assicurative e le pensioni.
Sembra che il vero cuore del problema non siano mai state le banche che fanno cattivi investimenti, o piani pensionistici sottofinanziati.
Oh no, la questione di fondo sin dall’inizio era la tua aspettativa egoista di avere il diritto di riavere indietro tutti i tuoi soldi. O il tuo piano assicurativo pagato. O di ricevere tutti i pagamenti della pensione contrattualmente previsti.
Quindi, se una grande banca, un fondo pensione o una società finanziaria si mette nei guai e in tal modo mette in pericolo la stabilità del sistema finanziario, la terapia non richiede un costoso salvataggio governativo (bail-out). Piuttosto, la soluzione davvero molto moderna e molto meno costosa per governi e aziende è semplicemente quella di decidere che non hai più diritto ai soldi che pensavi di avere.
E poiché non devono più pagarti tutto il dovuto, il fondo pensione o la banca ora possono rimanere solvibili, non viene attivata nessuna bancarotta o crisi finanziaria, il governo non deve pagare nulla, e il problema è risolto.
Anche se ho usato un po’ di humor nero, non vi sbagliate: c’è in corso un cambiamento fondamentale che riguarda la natura stessa del risparmio, degli investimenti e della sicurezza della pensione, ed è abbastanza reale.
L’ordine finanziario globale è quasi crollato nel 2008 ─ e, successivamente, il G20 ha ordinato che andavano trovate nuove soluzioni. Questi cambiamenti fondamentali nelle norme finanziarie sono stati in corso di sviluppo a livello internazionale per alcuni anni, e alcuni sono stati ufficialmente adottati come politica finanziaria globale ad un vertice del G20 nel novembre del 2014.
I rating delle grandi banche sono già stati modificati negli Stati Uniti e in Europa a causa di questi cambiamenti normativi. I primi casi di applicazione di queste norme alle crisi del mondo reale si sono già verificati, con il sistema bancario cipriota e il sistema pensionistico polacco.
Secondo una delle applicazioni di questo nuovo approccio alla soluzione delle crisi finanziarie di banche e società (anche se non è un risultato diretto del vertice G20), gli obblighi previdenziali delle società negli USA potrebbero presto essere cambiati per  legge, con una riduzione dei pagamenti ad alcuni pensionati.
Se, e in che modo, tutto questo potrebbe influenzarvi personalmente è una questione aperta – molte questioni specifiche sono ancora in evoluzione mentre i negoziati vanno avanti, le versioni differiscono da paese a paese, e, in definitiva, tutto è legato al tipo e alla gravità della crisi che potrebbe verificarsi in futuro.
Detto questo, si tratta di una faccenda rivoluzionaria. Non vi è mai stata insegnata a scuola – anzi contraddice alcuni dei fondamenti dell’istruzione finanziaria tradizionale. E mentre è possibile che possa anche non toccarvi personalmente – c’è anche la possibilità che possa cambiare ogni aspetto della vostra vita quotidiana e del vostro tenore di vita, in particolare nell’età della pensione. Perciò vale la pena di esplorare quello che cambia in questo nuovo approccio globale, e qual’è il rischio.
La rivoluzione del bail-in
Quando le rivoluzioni cominciano, non è raro che quasi nessuno le noti. Potrebbero volerci anni o addirittura decenni prima che gli storici possano guardare indietro, puntare il dito e dire “ecco dove realmente  è cominciato tutto”.
Come risultato della direttiva del G20 di trovare nuove soluzioni finanziarie, un’oscura “Nota di Discussione interna” del Fondo Monetario Internazionale potrebbe avere dato inizio alla rivoluzione del “bail in”, che potrebbe trasformare il mondo degli investimenti globali.
In questo significativo documento, lo staff discute di un mondo in cui i rischi per il sistema finanziario globale non sono scomparsi – anzi sono peggiori che mai. Come candidamente ammesso, il problema “SIFI” (Sistemically Important Financial Institution [istituzione finanziaria di importanza sistemica, NdT]) non è migliorato, è invece andato peggiorando come non mai – e non sembra esserci alcuna soluzione sotto il diritto contrattuale e il diritto fallimentare vigenti.
Un rischio enorme è concentrato in poche istituzioni finanziarie, e non vi è modo, sotto il diritto esistente, di gestire il fallimento di una di queste istituzioni senza rischiare di innescare un caos finanziario globale. Inoltre, vi è un circolo vizioso letale tra queste istituzioni “troppo grandi per fallire” e i governi sovrani. Cioè, secondo lo staff del FMI, il salvataggio di queste enormi istituzioni può far fallire i governi sovrani e i governi sovrani andando in bancarotta possono spazzare via le istituzioni “troppo grandi per fallire”.
Così lo staff del FMI ha messo a punto un audace piano per far uscire il mondo da questa situazione apparentemente impossibile. La parola chiave è “assicurazione”.
La proposta è di prendere classi selezionate di investimenti, e decidere con effetto retroattivo che queste attività non sono affatto attività. Infatti, i proprietari di queste attività hanno accettato – senza rendersi conto di averlo fatto – di fornire un’assicurazione al sistema finanziario globale. Quindi, se si presenta una grave crisi, il sistema finanziario globale semplicemente va da questi ignari “assicuratori” e si serve efficacemente dei loro attivi, e la crisi è risolta. E’ una soluzione miracolosa!
Ora, c’è il problema che alcuni investitori potrebbero effettivamente opporsi a un tale prelievo dei loro beni di investimento a vantaggio del bene più grande della società. Questo è esattamente il motivo per cui il FMI raccomanda che ciò avvenga per mezzo di una legge, in modo che sia scavalcato il diritto contrattuale – e che sia indipendente dalla volontà, senza che sia necessario il permesso dell’investitore. Dovrebbe essere anche retroattivo, se necessario, per applicarlo così alle persone che già possiedono queste categorie di investimenti.
Dopo i bail-in delle banche cipriote e del sistema pensionistico polacco, lo sviluppo di procedure di bail-in si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo, compresa l’Unione Europea, il Canada e gli Stati Uniti. La cosa affascinante e inquietante – anche se forse non sorprendente – è come i politici a livello globale stiano in pratica completamente cambiando il concetto di “bail-in”, lasciando da parte le modifiche proposte dal FMI che avrebbero potuto costringere a genuine riforme bancarie e aumentare potenzialmente la stabilità finanziaria globale, e invece stanno creando una minaccia ancora maggiore per gli investitori.
Un mondo a rischio
La nota di discussione per lo staff del FMI è intitolata “Dal Bail-Out al Bail-In: la ristrutturazione obbligatoria dei debiti delle istituzioni finanziarie sistemiche“. Originariamente pubblicata nel 2012, potrebbe essere considerata una delle fonti documentali del movimento globale per i bail-in. La nota è disponibile sul sito web del Fondo Monetario Internazionale, e questo è il link per il download del PDF.
(Vale la pena leggere la discussione originale, e questa analisi si riferisce a particolari pagine all’interno del documento. Notare che le pagine del documento reale hanno una numerazione diversa da quella del documento in formato PDF)
Una delle principali questioni affrontate nel documento è proprio il motivo per cui il FMI ritiene che il mondo abbia bisogno di questi grandi cambiamenti nelle leggi e nel modo in cui sono trattati gli investimenti.
Mentre nei media abbondano i titoli che inneggiano all’aumento dei mercati azionari e al miglioramento delle condizioni, a quanto pare invece, lo staff del Fondo Monetario Internazionale vede un quadro ben diverso. Quello che vede sono seri rischi per l’ordine finanziario globale, causati dalle maggiori istituzioni finanziarie di tutto il mondo – alle quali si riferiscono come SIFI, altrimenti note come istituzioni “troppo-grandi-per-fallire”.
Come documentato a pagina 4 (pagina 5 del PDF), ​​ci sono tre modi diversi in cui il fallimento anche di un solo SIFI può mettere in pericolo l’intero ordine finanziario globale.
Il primo grande rischio è il “rischio diretto di controparte”; le SIFI hanno una rete straordinariamente complessa di centinaia di migliaia di miliardi di dollari di contratti e obbligazioni intrecciate tra di loro. Il fallimento di una singola SIFI potrebbe innescare una reazione a catena di perdite che si diffonderebbero come un domino, abbattendo  una SIFI dopo l’altra – come anche altre banche e investitori di tutto il mondo.
Il secondo grande rischio è quello della  “liquidità”. Poiché le SIFI fanno molto affidamento sui prestiti, se le fonti dei loro finanziamenti in caso di problemi fuggono via, questo lascerebbe le SIFI potenzialmente insolventi, a meno che non possano vendere rapidamente le loro attività per rimborsare i creditori, cosa che farebbe crollare rapidamente i prezzi, e con tutti che mettono in vendita contemporaneamente le loro attività si potrebbe creare una “svendita” globale degli investimenti sufficiente a mandare in crash il sistema finanziario mondiale nel giro di pochi giorni.
Il terzo grande rischio  è quello del  “contagio”, dove il fallimento – o addirittura il possibile fallimento – di un istituto importante provoca il panico nei mercati, cosa che di per sé è più che sufficiente a far crollare l’ordine finanziario globale. Dopo tutto, la percezione può creare e crea la realtà, quando si tratta di mercati finanziari.
Ora, tutti questi rischi hanno ricevuto una grande attenzione, dopo che il sistema bancario globale è quasi andato a rotoli nel 2008, e in teoria avrebbero dovuto prendersene cura limitando la capacità delle SIFI di correre rischi, e anche riducendo la percentuale delle attività finanziarie globali detenute dalle SIFI.
Tuttavia, come documentato in fondo a pagina 4 (pagina 5 PDF) – questo in pratica non è stato fatto.
Al contrario, si è registrato una concentrazione ancora maggiore  delle attività detenute in queste banche “troppo-grandi-per-fallire” e nelle istituzioni finanziarie,  più di quanto sia mai stato prima che la crisi iniziasse. Di conseguenza, ciò ha creato un problema di “finanze pubbliche insostenibili”, laddove il costo straordinario dei salvataggi convenzionali potenzialmente minaccia la solvibilità delle nazioni stesse. E una tale insolvenza sovrana potrebbe a sua volta innescare l’insolvenza delle SIFI. Così ancora una volta abbiamo un circolo vizioso tossico tra le SIFI e le nazioni che devono intervenire in loro aiuto nel tentativo di evitare il collasso finanziario globale.
Il FMI identifica anche il relativo problema di un “sistema bancario ombra”, che crea anch’esso il rischio sistemico, ma non è soggetto alle stesse regole, come il sistema bancario formale.
Come discusso a pagina 8 del documento (pagina 9 PDF), ci sono altri due problemi importanti per il sistema finanziario globale che alimentano questi tre grandi rischi e che li rendono molto più pericolosi.
Il primo è che poiché queste grandi istituzioni finanziarie sono in genere esposte a una enorme quantità di rischi sui loro derivati – che su base globale minimizzano il capitale che essi hanno – questi derivati ​​in una situazione di insolvenza potrebbero portare ad uno “svolgimento disordinato” che potrebbe perturbare i mercati finanziari. In altre parole, potrebbero portare a una crisi finanziaria globale – anche se il FMI usa un vocabolario scelto con un po’ più di cura.
L’altro problema centrale, come analizzato dal FMI, è che, quando si tratta del fallimento di una SIFI, la procedura generale di insolvenza aziendale non fornisce strumenti sufficienti a gestire i rischi per la stabilità finanziaria. Il che significa che, in base al diritto vigente, semplicemente non c’è la capacità di gestire questo scenario – se non mettendo mano a enormi quantità di fondi pubblici di Stati sovrani già finanziariamente stressati, che a quel punto poi rischiano di innescare la propria insolvenza, che poi è anche il rischio di innescare l’insolvenza di altre SIFI,  in questo circolo vizioso tossico.
In poche parole, le leggi esistenti non sono in grado di gestire i problemi che sono stati creati da questo mondo intrecciato di istituzioni “troppo-grandi-per-fallire” che continuano ad assumersi enormi rischi finanziari per il profitto privato, apparentemente al di là del controllo delle nazioni sovrane, anche se le nazioni sovrane che devono fronteggiare i propri problemi finanziari sempre più mancano di risorse finanziarie credibili per un bail-out massiccio di queste istituzioni, e rischiano la propria solvibilità. Così non ci si possono permettere salvataggi, tuttavia un mancato salvataggio porterebbe rapidamente al caos finanziario globale.
La scappatoia dell’assicurazione
Per un investitore esterno ma razionale, la soluzione potrebbe sembrare ovvia. Non avevamo questo problema prima delle SIFI – quindi sbarazzatevi di queste istituzioni finanziarie “troppo-grandi-per-fallire”. Smembratele. Limitate la loro capacità di assumersi dei rischi, se è necessaria la garanzia pubblica sui rischi che si assumono. Rischi illimitati e non regolamentati vanno anche bene, ma solo quelli che i loro investitori/proprietari privati ​​possono realmente permettersi di assumere. In modo che, in caso di decisioni sbagliate che portano al fallimento, gli investitori privati ​​possono essere spazzati via, senza che sia necessaria alcuna garanzia pubblica.
E in tal modo, la necessità per il pubblico di salvare queste istituzioni non ci sarebbe più, e allo stesso modo cesserebbe il circolo vizioso tossico tra le SIFI e le nazioni sovrane.
Ora il FMI è a conoscenza di questa soluzione ovvia, ma è molto attento a non menzionarla, tranne forse quando implicitamente afferma solo che non funziona così.
Questo succede perché il cuoro del problema è politico. Le SIFI sono semplicemente troppo potenti politicamente per poter essere spezzate via dai politici delle nazioni sovrane sviluppate. Semplicemente non è politicamente praticabile per i governi modificare il comportamento di queste istituzioni – anche se hanno messo a rischio la stabilità dell’intero sistema finanziario mondiale giorno dopo giorno.
Così, da una prospettiva politica pratica, deve essere trovata un’altra soluzione.
La soluzione alternativa che il documento FMI propone è quella di utilizzare il “bail-in” al posto del “bail-out”. Il mio articolo intitolato “Bail-ins & Taking Private Wealth” (qui), spiega in dettaglio il concetto di bail-in, e il modo in cui è attualmente utilizzato nel mondo reale.
Un modo di guardare ad un bail-in è di considerarlo come l’opposto di un bail-out. Nel caso di un bail-out, quando c’è un problema con una banca (o un governo, o un sistema pensionistico pubblico) che non ha abbastanza risorse disponibili per soddisfare le pretese dei creditori, i fondi sono forniti dal pubblico, presumibilmente per le finalità di interesse pubblico generale.
Con un bail-in, non c’è fallimento, ma le attività sono prese da classi di investitori selezionati, riducendo in tal modo i crediti nei confronti dell’azienda. Si ottiene così la solvibilità e le esigenze del grande pubblico sono soddisfatte, ma senza che il grande pubblico in generale debba pagare.
Ora, mentre il documento del FMI utilizza il termine “bail-in”, offre anche un modo completamente diverso di spiegare il processo, come mostrato a pagina 7 (pagina 8 PDF). Come detto, “il capitale per il bail in potrebbe essere visto come una forma di assicurazione (fornita dai creditori) contro l’insolvenza della banca”.
Ora, se pensiamo a questo approccio – questo modo di trovare soluzioni completamente nuove per un sistema che manca altrimenti di soluzioni –  le implicazioni sono globali, e sono straordinarie.
Il modo in cui funziona è che nel caso di una potenziale crisi finanziaria, il governo – o un’organizzazione internazionale – individua particolari tipi di investimento e classi di investitori. Questi investitori detengono attività, e in alcuni casi tali attività sono le passività (come obbligazioni o depositi) della istituzione in difficoltà.
Il governo dice di fatto a questi investitori, “potreste pensare di possedere un’attività, ma quello che avete veramente fatto è che avete sottoscritto una polizza di assicurazione. E se questo istituto in cui avete investito il vostro patrimonio dovesse incorrere in difficoltà finanziarie, avete di fatto impegnato le vostre risorse per evitare l’insolvenza della società, per il bene superiore dell’ordine finanziario globale “.
Ora, i proprietari dei beni d’investimento non avevano idea del fatto che quando avevano investito avevano sottoscritto un’assicurazione. Non hanno mai ricevuto un premio di assicurazione per l’assunzione di questo rischio. Ma, ciò nonostante, una categoria di beni di investimento è stata retroattivamente dichiarata essere un’assicurazione, e in questo modo possono effettivamente assorbire tutte le perdite e mantenere la SIFI – o il governo, o il sistema pensionistico pubblico – solvente per il bene di tutti.
Utilizzare la forza della legge per scavalcare l’obbligatorietà del contratto
Ora, poiché gli investitori – le cui attività sono essenzialmente il finanziamento dell’assicurazione che preserva le maggiori istituzioni finanziarie – in realtà non si erano resi conto che quello che stavano facendo era di impegnare i loro beni per garantire il pagamento dei crediti, c’è da osservare che questo potrebbe essere un po’ problematico dal punto di vista del diritto contrattuale. Dato che questo non appariva da nessuna parte nel prospetto.
Il che ci riporta alla nostra discussione precedente di pagina 8. Una delle ragioni per il bail-in, in primo luogo, è che utilizzare le leggi vigenti, scritte per una procedura fallimentare tradizionale, semplicemente non funziona quando si tratta di risolvere una di queste banche “troppo-grandi-per-fallire”. Per lo staff del FMI, non si può fare, in quanto c’è semplicemente troppo rischio e danni globali.
Quindi ci sono tre paragrafi fondamentali a pagina 12 (PDF pagina 13) che affrontano questo punto. Il primo è che “ci sono argomenti convincenti a favore di un approccio che minimizza il ruolo dei tribunali“. In altre parole, bisogna tenere i giudici fuori da questa storia, in quanto potrebbero non fare quello che dovrebbero fare. In effetti, il FMI raccomanda esplicitamente di non lasciare alla magistratura il potere di rovesciare questa risoluzione, anche se in alcuni casi potrebbe essere consentito il risarcimento dei danni.
Invece, è più appropriato che “le decisioni siano prese dalle autorità bancarie“. In altre parole, le stesse autorità di sorveglianza che non sono riuscite a regolare adeguatamente le banche e hanno permesso la situazione disastrosa che si è creata, sono i migliori esperti possibili per risolvere la crisi.
C’è anche il problema di ottenere l’approvazione del creditore che potrebbe essere richiesta in un fallimento. Il documento del FMI affronta anche questo, affermando che “la necessità di un’azione rapida e decisiva nell’interesse della stabilità finanziaria sconsiglia di prevedere una procedura di approvazione da parte del creditore”. Ottenere l’approvazione del creditore può essere una faccenda molto difficile quando si affronta una procedura di fallimento – quindi nella struttura del bail-in è semplicemente eliminata.
Forse la parte più importante di tutte è il paragrafo a pagina 12, in cui si afferma che i “bail-in devono essere applicati sia ai debiti esistenti che ai debiti emessi dopo l’introduzione del bail-in“.
In altre parole, quando si tratta di decisioni di investimento, è retroattiva. In teoria, le proposte del FMI sono basate sulle nazioni che hanno attuato la legislazione del bail-in in anticipo, per cui gli investitori sono avvertiti, e i rendimenti dei titoli che sono oggetto di bail-in dovrebbero aumentare proporzionalmente, in quanto il mercato valuta il premio assicurativo che dovrebbe ricevere per fornire questa protezione ad altri investitori.
Tuttavia, nel mondo reale, come riconosce il Fondo monetario internazionale, quando si ha bisogno delle attività – se ne ha bisogno. Quindi il governo le prende, indipendentemente dal fatto che l’investitore avesse qualche idea, al momento in cui aveva fatto l’investimento, che sarebbero potuti diventare una “assicurazione” e che i loro attivi effettivamente avrebbero potuto essere presi e convertiti in azioni potenzialmente inutili.
La fonte della “libera” assicurazione
Ora esaminiamo più da vicino le potenziale fonti di questa cura miracolosa per le crisi finanziarie, che consente salvataggi senza limiti, e che non richiede l’aumento delle tasse o del deficit.
Lo faremo prendendo in considerazione qualcosa che si considera raramente, e cioè cosa sono realmente i risparmi.
Quando facciamo un deposito presso una banca, stiamo prendendo le nostre risorse e le consegnamo alla banca perché ne faccia uso.
Ciò che la maggior parte di noi di solito non pensa è che nel momento in cui si verifica il deposito, si crea una nuova passività – per la banca. E’ una passività semplicemente perché dovrà restituircelo. Così è la loro promessa di restituircelo – la loro passività – che è la nostra attività, cioè i nostri risparmi, ed è la nostra fonte di sicurezza.
E tradizionalmente – in assenza di un salvataggio – se la banca ne fa un pessimo impiego e gli investimenti valgono meno delle passività, allora l’istituto finanziario diventa insolvente, tutti quelli che ci lavorano perdono il posto di lavoro, gli investimenti azionari vengono spazzati via, e i depositanti e gli altri finanziatori (o il fondo di assicurazione dei depositi bancari) subiscono un brutto colpo.
Ora, con bail-in, il cambiamento drastico rispetto alla prospettiva tradizionale è che sono le nostre attività che sono riconosciute come una minaccia per le banche troppo-grandi-per-fallire.
Con il vecchio paradigma del bail-out, i fallimenti sono provocati dalle attività che diminuiscono di valore. Con il nuovo paradigma del bail-in, non è il crollo dei prezzi delle attività che causano il fallimento – ma è invece l’avere troppi debiti che provoca il fallimento.
E a causa della importanza di queste istituzioni finanziarie e delle loro connessioni politiche estremamente potenti, ciò che ne è venuto fuori è che i governi possono affrontare la minaccia delle banche insolventi gestendo la minaccia posta dalle loro passività.
Una volta accettato che le passività che minacciano l’ordine finanziario globale coincidono con le nostre attività e i nostri depositi – allora dobbiamo accettare che, con il nuovo paradigma del bail-in, in caso di una grave crisi finanziaria le cose non funzioneranno affatto come una volta, e potrebbero essere i nostri risparmi a pagare il prezzo.
Fonte:  http://danielamerman.com/va/IMFbailin.html

8/15/2015

Se Berlino rischia di essere il nemico della Ue.

Le scelte dell’amministrazione Merkel alimentano pericolosi squilibri della zona Euro. Di Philippe Legrain
La zona euro ha un problema e il proble
ma è la Germania. Le politiche tedesche
del “rubamazzo” e più in generale la ri
sposta alla crisi che la Germania ha indi
rizzato si sono rivelate disastrose. A sette anni
dall’inizio della crisi, l’economia della zona euro
sta andando peggio di come andò in Europa du
rante la Grande Depressione degli anni Trenta.
Gli sforzi del governo tedesco volti a schiacciare
la Grecia e costringerla ad abbandonare la valu
ta unica hanno destabilizzato l’unione moneta
ria. Finché l’amministrazione Merkel continue
rà ad abusare della sua posizione dominante di
principale creditore per portare avanti i suoi mi
opi interessi, la zona euro non potrà prosperare
– e potrebbe non sopravvivere.
L’immenso surplus delle partite correnti
della Germania – i risparmi in eccesso genera
ti dall’abbassamento dei salari per sostenere
le esportazioni – è stato sia una causa della cri
si della zona euro, sia un ostacolo per risolver
la. Prima della crisi quel surplus alimentava i
prestiti “cattivi” delle banche tedesche all’Eu
ropa meridionale e all’Irlanda. Adesso che il
surplus annuale della Germania – cresciuto fi
no a raggiungere i 233 miliardi di euro (255 mi
liardi di sterline), avvicinandosi all’8% del Pil
– non è più “riciclato” nell’Europa meridiona
le, la depressa domanda interna del Paese
esporta deflazione, che esaspera le disgrazie
debitorie della zona euro.
Le eccedenze della Germania nei confronti
dell’estero sono in palese contrasto con le nor
mative previste dalla zona euro al riguardo di
pericolosi squilibri. Il governo Merkel, però
esercitando pressioni sulla Commissione Euro
pea, ha ottenuto il via libera. Ciò trasforma in una
presa in giro la sua affermazione di essere la pa
ladina della zona euro, come in un club che ha
delle regole. Infatti, la Germania le infrange im
punemente, le altera per adattarle alle proprie
esigenze, o addirittura le inventa a suo piacere.
In verità, proprio mentre spinge gli altri alle ri
forme, la Germania ignora le raccomandazioni
della Commissione: sta obbligando la Grecia ad
elevare l’età pensionabile – uno dei requisiti ne
cessari per concederle un ulteriore programma
di aiuti dall’eurozona – nel momento stesso in
cui abbassa la propria. Chiede insistentemente
che i negozi greci restino aperti anche di dome
nica, benché quelli tedeschi siano chiusi.
Sembra quasi che per la Germania il corporativismo
debba essere spazzato via altrove ma protetto in
casa. Oltre a rifiutarsi di correggere la sua econo
mia, la Germania ha rifilato i costi della crisi agli
altri. Allo scopo di soccorrere le banche del Pae
se invischiate nelle decisioni di erogare prestiti
“cattivi”, Angela Merkel ha infranto la regola del
“no-bailout” prevista dal Trattato di Maastricht
che vieta ai governi membri di finanziare gli al
tri, e ha costretto i contribuenti europei a eroga
re prestiti a una Grecia insolvente. Nello stesso
modo, i prestiti a Irlanda, Portogallo e Spagna da
parte dei governi della zona euro in primo luogo
hanno salvato in extremis le banche locali insol
venti, e di riflesso i loro creditori tedeschi.
A peggiorare ancor più le cose, in cambio di
questi aiuti la cancelliera ha ottenuto un con
trollo molto maggiore su tutti i budget dei go
verni della zona euro con una camicia di forza
fiscale che svigorisce la domanda e pone vinco
li alla democrazia: normative più rigide per
l’eurozona e un fiscal compact. L’influenza del
la Germania ha dato vita nella zona euro a
un’unione bancaria asimmetrica e piena di bu
chi. Le Sparkassen tedesche – banche di rispar
mio con uno stato patrimoniale complessivo di
circa mille miliardi di euro – sono esenti dal
controllo e dalla supervisione della Banca cen
trale europea, mentre le mega-banche poco ca
pitalizzate come Deutsche Bank e i marci pre
statori regionali di proprietà statale del paese
hanno ottenuto un poco plausibile certificato
di sana e robusta costituzione.
L’unica regola della zona euro ritenuta sacro
santa è l’irrevocabilità dell’appartenenza. Non
esiste alcuna clausola contrattuale che preveda
la possibilità di uscirne, perché l’unione mone
taria è concepita come un primo passo verso
un’unione politica, e perché in caso contrario
degenererebbe in un regime pericolosamente
inflessibile e traballante di tassi a cambio fisso.
La Germania non ha trasgredito soltanto a que
sta regola: oltre a ciò, il suo ministro delle finan
ze, Wolfgang Schäuble, ne ha da poco inventata
di sana pianta un’altra, quella secondo cui nella
zona euro l’alleggerimento del debito è vietato
per giustificare il suo vergognoso comporta
mento nei confronti della Grecia. In conseguen
za di tutto ciò, l’appartenenza della Germania al
la zona euro – e per estensione quella di tutti i
suoi membri – è subordinata all’ubbidienza al
governo tedesco. La zona euro ha disperata
mente bisogno di alternative mainstream a que
sto asimmetrico “Consenso di Berlino” nel qua
le gli interessi dei creditori sono anteposti a
quelli di chiunque altro e nel quale la Germania
domina tuto il resto. Il Merkelismo sta provo
cando stagnazione economica, polarizzazione
politica, e un brutto nazionalismo. Francia, Italia
ed europei di ogni colore politico devono ado
perarsi subito e intervenire proponendo altre
visioni di ciò che dovrebbe essere l’eurozona.
Una possibilità sarebbe quella di un maggio
re federalismo. Istituzioni politiche comuni,
responsabili nei confronti degli elettori della
zona euro, verrebbero a costituire una contro
parte fiscale democratica alla Bce e aiutereb
bero a contenere la potenza tedesca. Ma la cre
scente animosità tra gli stati membri della zona
euro, e l’erosione del sostegno all’integrazione
europea sia nei paesi creditori sia in quelli debi
tori, stanno a indicare che un maggiore federa
lismo è politicamente inattuabile, in teoria ad
dirittura pericoloso.
Una possibilità migliore sarebbe quella di
orientarsi verso una zona euro più flessibile,
nella quale i rappresentanti nazionali eletti ab
biano maggiore voce in capitolo. Una volta ri
pristinata la regola del “no-bailout”, poi, i gover
ni avrebbero più margine di manovra per per
seguire politiche anticicliche e rispondere alle
mutevoli priorità degli elettori. Per rendere
plausibile un simile sistema, si dovrebbe creare
un meccanismo di ristrutturazione del debito
dei governi insolventi. Ciò, unitamente alla ri
forma delle direttive previste per la capitalizza
zione delle banche permetterebbe ai mercati, e
non alla Germania, di porre un freno ai prestiti
davvero eccessivi. Preferibilmente, anche la
Bce dovrebbe ricevere il mandato di agire da
prestatore di ultima istanza per i governi illiqui
di ma solventi. Questi cambiamenti potrebbero
raccogliere un ampio consenso – e servire gli in
teressi della stessa Germania. I membri della
zona euro sono imprigionati in un matrimonio
infelice nel quale la Germania spadroneggia.
Ma la paura, da sola, non basta a tenere insieme
per sempre un rapporto. Se Angela Merkel non
rinsavirà, finirà col distruggerlo.

Philippe Legrain è stato consigliere economico
della Commissione Europea con Barroso, dal 2011 al 2014.
È Visiting senior fellow alla London School of Economics

1/28/2013

Contante libero

Eliminare o limitare il Contante è un regalo alle banche, è un mezzo per il controllo della nostra vita, è un esproprio della nostra ricchezza. Per impedire tutto ciò dobbiamo far sentire il nostro grido di disapprovazione, per questo motivo è nata l’iniziativa Contante Libero (http://www.contantelibero.it/) una associazione informale di cittadini che difende la circolazione e l’uso del contante.

Il precedente scellerato governo Monti ha già messo limiti severi all’utilizzo del contante (da 2.500 a 1.000€, e pur dall’iniziale limite antiriciclaggio di 12.500) e come se non bastasse ha obbligato le persone anziane ad aprire e/o alimentare un conto corrente bancario per ricevere la pensione. E’ impossibile non vedere un preciso disegno per mettere sotto il controllo delle banche e del governo, la vita e la ricchezza di ogni cittadino italiano. Il capo della coalizione che secondo i sondaggi si accinge a vincere le prossime elezioni, vuole mettere limiti ancora più severi all’uso e alla circolazione del contante (da 1000€ a 300€ fino a 50€), in questo modo quasi ogni singola transazione verrà tracciata con il nome e il cognome di chi l’ha fatta e il luogo e l’ora dove è avvenuta, e per ogni passaggio di denaro le banche esproprieranno una parte della nostra ricchezza.
Il grande fratello è qui e si chiama Bancomat, Carta di Credito, Assegno, PayPal: denaro elettronico.

Avete pensato che ogni vostra azione, spostamento, piccolo segreto, sarà tracciato in un conto corrente o in un database a disposizione di:
  • Banche
  • Compagnie telefoniche
  • Assicurazioni
  • Società che gestiscono denaro elettronico
  • E ovviamente lo Stato e i suoi funzionari, i quali avranno libero accesso a queste informazioni
Volete vivere davvero in un mondo così? Vi sentirete più al sicuro perchè tanto voi “non avete nulla da nascondere”? Davvero?
Immaginate di avere un amico/a , un hobby, un interesse che per qualsiasi ragione desiderate rimanga una faccenda riservata, pensate sia possibile in un mondo che preveda la sola moneta elettronica, dunque tracciata, come mezzo di pagamento?
Scordatevelo.
E se un giorno diventerete scomodi, per eliminarvi, diffamarvi,gettarvi fango addosso sarà sufficiente utilizzare un buon software di analisi dei dati e un’oretta di consulenza da parte di un operatore specializzato. Può darsi che abbiate comprato fiori e cioccolatini il giorno che “invece” avreste dovuto “essere in viaggio con il capo”. Può darsi che abbiate fatto una capatina di troppo al bar in orario di lavoro. Immaginate voi ogni altra implicazione.
Ma non basta c’è di più, avete mai fatto un calcolo su quanta ricchezza rimanga in mano alle banche attraverso le transazioni con denaro elettronico?
Prendiamo alcuni dati di partenza:
1) 100€

… trasformati in impulsi digitali.
2) Le commissioni “normali” che ciascun negoziante paga al sistema bancario per l’utilizzo di un POS, la macchinetta che legge i bancomat e le carte di credito. Prendiamo ad esempio il Banco Posta (il negoziante poi ve le ribalterà sul prezzo del bene acquistato, non esistono pasti gratis.):

facciamo una media di 0,8% per transazione.
Cosa succede ai nostri 100€ dopo 100 transazioni?
N. Passaggi ad un POS Cosa Rimane di 100€Commissione
Bancaria %
Commissione
Bancaria in Valore Assoluto
Notestart100€0,8%0,8€Si parte con i nostri 100€199,2€0,8%0,794€al primo passaggio diventano 99,2€. 80c sono andati alla banca298,406€0,8%0,787€al secondo passaggio diventano 98,406€. 78,7c vanno alla banca….…..….…..etc etc10044,79€0,8%0,358€Al 100esimo passaggio i 100€ sono diventati 44,79, le banche si sono prese 55,21€ sui 100€ inizialiDopo solo 100 passaggi ad un POS le banche hanno requisito all’economia il 55,21% della ricchezza iniziale immessa nel sistema.
Le Menzogne da Smascherare
Prima Menzogna: La lotta al contante in quanto strumento fondamentale per combattere l’evasione fiscale.
Questa è l’argomentazione principale che viene usata da chi si prodiga per avere una società senza contante. Ad una prima analisi questa giustificazione sembrerebbe inattaccabile; tuttavia, mediante una disamina più attenta e approfondita si scopre che il grosso dell’evasione fiscale non ruota affatto attorno l’utilizzo del denaro contante, ma riguarda invece transazioni decisamente più sofisticate.
I fenomeni evasivi/elusivi numericamente più rilevanti, quali l’occultamento di ricavi e compensi o l’indebita deduzione dei costi, vengono, infatti, messi in atto con l’impiego di strutture e comportamenti fittizi che prescindono dall’uso del contante e dall’obbligo di avvalersi del canale bancario per rendere le operazioni tracciabili.
Diffondere l’idea che la maniera più efficace per contrastare l’evasione fiscale risieda nella lotta al contante significa, dunque, pubblicizzare volutamente un erroneo convincimento. L’evasione si combatte mettendo a punto un quadro normativo stabile e facilmente comprensibile, tagliando il numero degli adempimenti, instaurando un rapporto di fiducia tra il Fisco e il contribuente e riducendo in maniera sistematica e ragionevole la pressione fiscale tramite un preventivo calo della spesa e dell’inefficienza pubblica.
A fronte delle sopraccitate misure, l’eliminazione del contante non serve praticamente a nulla se non a privare milioni di cittadini (il popolo minuto) dell’unico formidabile strumento di “dissenso di massa” che essi possono avere a loro disposizione per non essere sopraffatti da inique regole e politiche fiscali.
Seconda Menzogna: La lotta al contante non incide direttamente sulla libertà e le abitudini delle persone.
Affermazione semplicemente senza senso. Restringendo le possibilità per gli agenti economici di scegliere come metodo di pagamento ciò che essi considerano più adeguato, si va ad incidere per forza di cose direttamente sulla libertà e le abitudini delle persone.
Terza Menzogna: Contante strumento scomodo ed obsoleto.
L’esperienza sostiene l’esatto contrario. Nella quotidianità solamente l’impiego del contante permette ad alcune transazioni di essere portate a termine in maniera celere e quindi proficua. Di conseguenza, eliminando o riducendo ancor più drasticamente questa modalità di pagamento, si introdurranno necessariamente in più parti del sistema economico rimarchevoli inefficienze che, in ultima analisi, avranno il demerito di rendere maggiormente complicata la vita delle persone.
Quarta Menzogna: La lotta al contante è decisiva anche nella lotta ai furti e alle rapine.
«Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza».
Basterebbe citare questo famoso aforisma di Benjamin Franklin, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, per dimostrare l’illegittima sussistenza di questo assunto. Ma, poiché è necessario essere veritieri fino in fondo, si deve anche constatare come l’eliminazione del contante non rappresenti sicuramente la panacea contro furti e rapine. Clonazione di bancomat e di carte di credito, manipolazione di conti bancari, furto d’identità o anche le incresciose aggressioni alle abitazioni dei cittadini sono tutti esempi di fenomeni criminali sui quali la lotta al contante non può avere di certo un’incidenza decisiva.
Per questo ti chiediamo di firmare, sostenere e diffondere Contante Libero (http://www.contantelibero.it/)

2/20/2012

Crisi globale: dove sono finiti i soldi?

Crisi globale: dove sono finiti i soldi?
Alejandro Nadal
L
una economia globale sta attraversando quella che sarà la peggiore crisi nella storia del capitalismo. Risposte politiche macroeconomiche per affrontare questa crisi è sbagliato e tutto quello che otterrà è l'intensificazione del collasso e il dolore di milioni di persone.
Sul versante della politica fiscale, l'idea che il consolidamento austerità fiscale risolverà il problema del debito e consentire la crescita è privo di significato. Che serve solo a punire una popolazione. Ma per quanto riguarda il lato monetario? Molto è stato detto circa il ruolo della Banca centrale europea, in particolare la possibilità di intervento diretto nei mercati del debito sovrano. Ma questo argomento nasconde una questione fondamentale: dove sono finiti i soldi hanno contribuito alla crescita della crisi? Questa è una domanda che necessita di essere discussa.
In Europa la narrativa comune è che per anni il popolo di virtuosi del nord europee hanno lavorato e salvato. Nel frattempo, i villaggi del sud vissuta al di là dei propri mezzi. Le città del nord stavano pagando i loro risparmi alla gente del sud. E ora non possono pagare i loro debiti, hanno il tempo di austerità e non lo accetta.
In teoria macroeconomica tradizionale c'è una storia simile. In un'economia ci sono agenti che risparmiano, e ci sono gli agenti che hanno bisogno di prendere in prestito, ad esempio, di investire in una nuova società. Questi agenti sono diversi in un mercato di fondi mutuabili. Le banche sono istituzioni che agiscono come intermediari di questo mercato, nel ricevere depositi in questi fondi e offrendo prestiti attraverso le sue operazioni di prestito. In questa teoria il tasso di interesse è il prezzo di equilibrare domanda e offerta di fondi mutuabili.
Questa visione delle cose è accettata dalla maggior parte delle persone (e gli economisti). Ma è profondamente sbagliato. La realtà è che le banche commerciali private effettuare un'operazione di creazione di moneta che non ha nulla a che fare con la nozione di fondi depositati che sono state salvate in precedenza e ora sono lendable.
Oggi le banche prestano quando c'è una domanda di credito che offre garanzie sufficienti per recuperare capitale e profitto. Quando si effettua un prestito, aprire un conto bancario verso il debitore nuova, come se si fosse effettuato un deposito. In breve, i prestiti non richiedono un deposito precedente. Come un autore formula keynesiani Post, prestiti creare depositi.
Si noti che nella teoria dei fondi mutuabili, i fondi depositati in una banca sono una condizione necessaria per la banca a concedere prestiti. La creazione di moneta da parte delle banche (quando concedono un prestito) non richiede depositi (o di risparmio). Incredibilmente, le banche creano denaro dal nulla e l'importo che può essere creato ex nihilo dipende dai requisiti legali imposti dalla riserva di regolamentazione bancaria. Le riserve meno legali, e la creazione di una maggiore leva più soldi dalle banche. E ulteriore instabilità al sistema bancario.
Da questo punto di vista, è giusto dire che le banche non sono intermediari tra risparmio e investimento. Ipso facto, una domanda sorge spontanea: perché un ruolo così importante come la creazione monetaria è in mano ai privati? Tale questione è cruciale. La maggior parte della popolazione di ogni paese è probabilmente l'opposizione di lasciare un ruolo così importante nelle mani di aziende che perseguono il profitto privato.
Qual è il rapporto tra funzione di creazione di moneta delle banche e la crisi finanziaria ed economica mondiale? La deregulation nel settore bancario ha aperto nuove porte per le banche di effettuare operazioni sempre più rischiose e speculative. La capacità di creazione di moneta e l'eliminazione delle regole per il funzionamento in una miscela esplosiva era speculativo. Negli Stati Uniti e in Europa, le operazioni delle banche ha contribuito ad aumentare artificialmente il prezzo delle varie attività, soprattutto immobiliare. Poiché le forme di cartolarizzazione e di altre forme di interdipendenze nel settore finanziario globale, il crollo del mercato dei mutui spazzatura negli Stati Uniti innescato la crisi in Europa. Ci sono stati vari meccanismi di trasmissione, ma tutta la funzione della creazione di moneta da parte delle banche commerciali, svolgono un ruolo importante.
Mentre le radici del crollo sono rimasti intatti, la crisi in Europa è stato trasformato in un problema di debito sovrano di diversi paesi che ora sono imposti austerità fiscale che affonderà ulteriormente. E 'chiaro che il rifiuto di che la punizione è giustificata. Dal punto di vista politico, ciò che è urgente è quello di ripristinare il controllo pubblico e democratico della funzione di creazione di moneta.
traduzione: http://bit.ly/xcXf00

8/24/2011

La grane Generosità della FED

Ecco ciò che la Federal Reserve non vuole che tu sappia: hanno aiutato le grandi banche e altre società di un problema terribile. Suona come una cosa carina da fare. Perché non vogliono farci sapere che?

Grazie alle pressioni dei membri del Congresso come Bernie Sanders e Ron Paul, la Fed è riluttante nel presentare la prima verifica dei suoi 100 anni di storia. Non è una verifica completa, ma suppongo che dobbiamo essere soddisfatti di ciò che otteniamo.

La Fed probabilmente non vuole che tu sappia la portata della loro grande generosità. Segretamente diede 16.000 miliardi dollari. Quello è $ 16.000.000.000.000 di valuta statunitense. La loro benevolenza è stato esteso ad alcune delle maggiori istituzioni finanziarie e società in questo paese, così come alle banche straniere e società.

Autore:Arlen Grossman

Continua: http://is.gd/V88Zes

9/07/2009

Anticipazione

Termine usato dai banchieri ad indicare il prestito , solitamente a breve termine , non superiore a due o tre anni, sotto forma di scoperto di conto corrente ad una impresa o ad un privato.

Questo non è capitalismo e sarà sempre peggio.

"Per favore, considerate tutti questi fattori la prossima volta che qualcuno denuncerà il sistema statunitense come il mi...