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4/04/2016

Perché Boeri nasconde le pensioni pubbliche?

Il fotogenico presidente dell’Inps è tornato a suonare il suo ritornello: chiedere un contributo di solidarietà alle pensioni più alte. Quelle private, s’intende. Quelle pubbliche, mai. Boeri ci ha rivelato l’ultimo scandaloso privilegio che i conti Inps alimentano: 475 mila italiani  percepiscono la pensione da 36 anni. A questi – che hanno il torto di essere ancora vivi – Boeri pensa di chiedere “un contributo di solidarietà” – però, leggo dalla stampa, “escluse le baby pensioni degli statali”.
Boeri esenta dal contributo di solidarietà gli statali che prendono la pensione non da 36,   bensì  da 43 anni.  Sono statali quasi tutti:  425 mila.  A loro la legge Rumor del ’73 consentì di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi un giorno se donne sposate,  20 anni, dopo  25 i dipendenti degli enti locali.   Vent’anni di ”lavoro”,  e quarantatré di  ozio pagato,  senza contare il secondo lavoro (magari nero) che probabilmente hanno fatto per ammazzare il tempo, sottraendolo ad altri.  “Ci sono 16.953 fortunatissimi baby pensionati che si sono ritirati a 35 anni e che restano in pensione quasi 54 anni”.
Quanto è la loro pensione?
Prendono, in media, 1500 euro mensili.  Un regalo totale  in confronto ai contributi versati (o non versati affatto, da parte dello Stato loro datore di lavoro):  in pratica, ricevono soldi senza copertura, pagati da noi.  Quanti? noi contribuenti versiamo a questi ex pubblici 7,43 miliardi  ogni anno.
Tanto ci costano: una mezza finanziaria annua. Oltre il 5% della spesa Inps per pensioni serve a coprire l’esborso peri baby pensionati.
Secondo Confartigianato, i baby-pensionati pubblici (8 su 10) e privati (2 su 10)  costano allo Stato “ circa 163,5 miliardi, una «tassa» di 6630 euro a carico di ogni lavoratore”  pagante.   Il conto è presto fatto: siccome baby-pensionati ricevono la pensione per quasi 16 anni in più del pensionato medio Inps,  la maggior spesa pubblica  cumulata per  gli anni di pensione  eccedenti la media arriva già a 148,6 miliardi; poi si devono aggiungere i mancati introiti per contributi non versati dai baby-pnsionati del privato, e fanno   altri 14,8 miliardi di euro.  Così si arriva a 163,5 miliardi. Si tenga presente  – per avere un dato di confronto –   che la spesa complessiva annua per le pensioni è di 195 miliardi.
E non ci sono fra gli statali i pensionati minimi a meno di 500 euro mensili
Eppure  Boeri ha preso cura di precisare che dai suoi progetti di tagli (contributi di solidarietà) “sono esclusi i baby-pensionati statali”. Perché? Potete immaginare il motivo: quelli sono una categoria potente, pericolosa e privilegiata. Appartengono  all’Oligarchia Parassitaria e Inadempiente, intoccabile. Quella i cui stipendi aumentano anche quando  quelli privati sono tagliati; che noi contribuenti dobbiamo pagare sempre più anche in questi anni di recessione, in cui un numero  sempre maggiore di noi resta disoccupato. Insomma quelli che – come corpo –  hanno in mano il Potere. Il potere che usano come una forza occupante nemica.  Un corpo separato numerosissimo, con le loro famiglie,  che forma un temibile blocco elettorale, che i politici compiacciono in tutti i modi che la loro demagogia escogita; e che come occupante di “posti”, se irritato o sfidato, può bloccare   il funzionamento della società e dell’economia.
Sto esagerando? Fateci caso: L’Inps –  che è governata di fatto dalla Triplice sindacale, ramo fondamentale del Parassita –   pubblica e diffonde, in genere, solo le pensioni che ‘eroga’ ai privati; sulle pensioni pubbliche mantiene  un delicato silenzio. Soprattutto, non  dà mai ai media i dati pubblici e privati “insieme”,  uno a fianco all’altro.
Chissà perché? Grazie ai nostri  potenti mezzi investigativi e intellettuali, siamo in grado di avanzare l’ipotesi: per impedirvi di fare confronti. Fra il vostro stipendio privato – se lo avete ancora – e il loro.  Fra le loro pensioni e le vostre: quelle soprattutto rivelano  la loro situazione di dominio su di voi e di privilegio  scandaloso e indebito.
Perché? Perché  un tempo la cassa di previdenza degli statali  era una cosa a parte. Ma “è stata fusa nell’Inps a inizio del 2012  per evitarne la bancarotta”;  scrive 24 Ore, “e ha portato un virus dentro le casse dell’istituto. Il virus è il deficit permanente della ex cassa pensione pubblica che perde a rotta di collo da anni”. Un  buco “strutturale”, che è la causa prima della “voragine dei conti Inps”. Perché “ con la fusione nell’Inps le perdite e i disavanzi patrimoniali sono stati trasferiti  e provocano le maxiperdite dell’Inps”.
Sono “trasferite”  a chi, le maxi-perdite? A voi del settore privato,  le hanno accollate:   a voi pensionati del privato. Che avete pagato i contributi  (notoriamente troppo alti)   non solo per voi, ma anche per loro.  Infatti, i contributi dei  pubblici “ non sono mai stati sufficienti a coprire le spese per pensioni,  che tra l’altro rispetto al comparto privato sono assai più elevate come importo  –  Prestazioni che salgono a una velocità ben maggiore della crescita dei contributi”.
Di per sé, la vostra previdenza sociale, di voi privati, sarebbe in pareggio. Se l’Inps è in perdita di 9 miliardi l’anno, sapete chi ringraziare.
Vediamo: di quanto le pensioni pubbliche sono superiori  a quelle  dei privati?

Pensioni dipendenti pubblici: 1.772 euro, +72% su privati. 

“Le pensioni vigenti dei dipendenti pubblici nel 2015 valgono in media 1.772 euro al mese, circa il 72% in più rispetto a quelle medie dei lavoratori dipendenti del settore privato (1.026 euro)”.
Capito?Voi pensionati privati prendete in media 1000  euro, e loro 1770. Anzi, la differenza a loro favore non fa’ che aumentare:  “ Sulle nuove pensioni liquidate nel 2015 la differenza è tra 1.872 euro per i pensionati pubblici e 1.012 euro per i privati”.   Notate che i pubblici dipendenti maschi superano i 2.200 euro mensili.  Non male, vero?  Tutto a spese vostre, perché loro non hanno pagato i contributi  per meritare un simile premio.
La sua pensione supera la vostra
La sua pensione supera la vostra
Come  si spiega la grande differenza? Dice 24 Ore: “con le  carriere meno discontinue e più lunghe dei lavoratori pubblici”:  ovvio, sono inamovibili e illicenziabili,  se ci si prova il Tar del Lazio e la Corte Costituzionale li reintegrano nei loro  privilegi,  “e con le retribuzioni medie più alte rispetto al settore privato”.
Ci sono casi-limite come questo:
“96% pensioni tranvieri superiori a contributi”
Dai dati Inps pubblicati emerge anche che il 96% delle pensioni degli autoferrotranvieri è superiore a quanto si avrebbe avuto sulla base del calcolo contributivo. Nel 2015 il fondo trasporti, soppresso nel 1996, avrà un deficit di 918 milioni di euro e un debito di 19,8 miliardi”.
Ma quante sono, insomma, e pensioni dei privilegiati del pubblico impiego? “Le pensioni erogate dall’Inps Gestione Dipendenti Pubblici al 1 gennaio 2015 sono 2.818.300. La spesa complessiva ammonta a quasi 65 miliardi di euro, in aumento dello 0,75% rispetto all’anno precedente”.
Sora Ilva adesso è in pensione
Sora Ilva adesso è in pensione
Una spesa in bancarotta  strutturale, che viene accollata a tutti noi: “Se si mettono in fila i bilanci dell’ex Inpdap si scopre che le perdita sono state di ben 110 miliardi negli ultimi 10 anni. Un colabrodo. Con lo Stato che ogni anno interviene a ripianare il buco miliardario”, ma solo in parte.
Capito o no? Se il”costo del lavoro” privato in Italia è   troppo alto, se rimanete “meno competitivi”  mentre voi siete pagati meno degli altri europei  –  la famosa forbice tra quel che ricevete netto in busta paga e quel che paga il datore i lavoro, quasi il doppio –, è essenzialmente  perché pagate i contributi anche per gli statali. I quali   occupano il tempo, quando sono in ufficio e quando non timbrano il cartellino per i colleghi assenti (uno su tre), a intralciare la vostra attività produttiva in tutti i modi che riescono ad immaginare.  Ossessionati dal controllo su di voi, evasore fiscale potenziale – vi controllano perché sospettano che non li pagate mai abbastanza, che nascondiate qualcosa per voi dei vostri guadagni invece che versarli al Fisco, la greppia da cui si servono a man bassa.
Non ci sono statali né  regionali o comunali, fra i 2,6 milioni di “minimi” a meno di 500 euro mensili. Queste gioie spettano solo ai privati.  Ora, ricapitoliamo: i 425 mila  baby-pensionati statali hanno una pensione media di 1500 euro  da 40 anni. I pensionati pubblici, di oltre 1700 –  che è il 72% in più di quel che prendono i pensionati privati in media. Non sarebbe giusto chiedere a loro un “contributo di solidarietà”? Un atto elementare di giustizia sociale?
altan-poteri-forti
Invece non si osa. Questa categoria s’è conquistata il privilegio di inamovibilità, illicenziabilità, ed aumento automatico degli stipendi,qualunque cosa succeda al paese.  Il paese è da otto anni in recessione, poi in depressione grave, ma  loro ogni tanto scioperano perché vogliono l’aumento. E nessuno cerchi di appurare quanto lavorano, quanto sono produttivi  o improduttivi: hanno vinto o’concuorzo, e tanto basta.
Certe volte,  nei miei sogni più folli,  mi immagino di essere un riformatore, e avanzo la mia riforma più audace: una legge di un articolo, che dice: “Gli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici   dipendono dall’aumento per Prodotto Nazionale Lordo. Sono passibili di diminuzione nella percentuale in cui il PIL, eventualmente,  decresca”.  Siccome il Pil, dal 2008, è sceso del 25%, gli statali si  vedrebbero decurtare gli stipendi di altrettanto.  Con  questa “riforma”, spererei di rendere i dipendenti pubblici co-interessati al miglioramento dell’economia generale,  ansiosi per i disoccupati del settore privato, per le fabbriche che  chiudono; insomma   di renderli solidali al comune destino, interessati al bene comune  –   dal quale oggi si sentono estranei.  Come, appunto, una forza d’occupazione nemica.
Ma   ve lo dico prima io: quella riforma è follemente impossibile. Non si troverebbe mai  in Parlamento una maggioranza per attuarla e sfidare così il potere della Casta. Pensate che siccome  il 62 per cento  dei baby-pensionati pubblici sono nel Nord Italia, la Lega Nord si è sempre opposta a risanare quel bubbone di parassitismo.  Del resto la moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, gode del privilegio in persona. Come insegnante è andata in pensione a 39 anni,  nel 1992.
Così, come sempre, il  “contributo di solidarietà” lo faranno pagare a voi. Pensionati o contribuenti Inps privati.  Ha cominciato con questa  storia dei 475 mila che prendono la pensione da 36 anni, dimenticando che ci  sono 425 mila ex statali che la prendono da oltre 40; e adesso dicono che taglieranno un po’ “le pensioni più  alte”. Ora, sulle pensioni alte, il prelievo aggiuntivo l’hanno già messo: del 6 per cento su quelle tra 91.300-150 mila euro annui lordi, del 18% su quelle superiori a 200 mila annui lordi. Escluse sempre le pensioni pubbliche, perché loro hanno vino  o’concuorzo.
Ma sapete quanto rende a  questa sovrattassa? 12  milioni di euro l’anno. Una miseria, una briciola per  quelle fauci insaziabili. Basta pensare che solo le due Camere – ossia la testa del Behemot,   con i  barbieri a 120 mila euro, e il noto bar ristorante  di cui i deputati non pagano  nemmeno i caffè   –  costano 1,5 miliardi  annui. Non milioni, miliardi.  Ossia mille volte di più della sovrattassa sui pensionati ricchi privati.  Abbiamo ancora molto da “contribuire”. Siate solidali, con lorsignori.
L’articolo Perché Boeri nasconde le pensioni pubbliche è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
Fonte: http://bit.ly/1PQILaG

9/16/2015

Più per qualcuno meno per tutti. 22-domande per te e sii sincero con te stesso!

Dalla Ragioneria Generale dello stato sono stati forniti ieri i dati delle entrate tributarie e contributive del periodo gennaio – luglio 2015. La nazione intera viene informata di un + 1,4% del gettito. Gli idioti irresponsabili che lavorano ai TG hanno fatto da cassa da risonanza ai conteggi dei parassiti del palazzo di roma. What else should they do ?
BANDA BASSOTTI
Adesso caro lettore abituale o di passaggio per caso da queste righe. Ti prego ascoltami bene e se non puoi farlo in questo momento ripromettiti di farlo quando rientri a casa, o quando hai dieci minuti del tuo tempo per leggere attentamente le domande che ti pongo e darti le risposte da solo. Oggi stesso, domani potrebbe essere troppo tardi.
Ammettiamo che vi siano due naufraghi su un isola deserta. Ti è facile immaginare che su un isola deserta le risorse sono limitatissime e non ci sono mezzi per creare ricchezza e produrne di nuove.
NAUFRAGHI
  1. Se uno dei due naufraghi vanta di aver mangiato +1,4% rispetto al giorno prima, cosa e quanto può contemporaneamente vantare l’altro naufrago ?
Adesso dall’isola deserta, limitiamoci al deserto itaGlia. Considera il vanto della Ragioneria dello Stato e dimmi cosa puoi vantare tu come cittadino :
2. Ti sono per caso state ridotte le tasse del 1,4 % ?
3. L’asilo nido vicino casa ha aumentato il numero di posti disponibili per i bambini ?
4. Il pronto soccorso dell’ospedale più vicino a casa tua, ha ridotto il tempo di attesa per essere soccorso e ridotto il ticket che paghi ? O i tempi di prenotazione per gli esami diagnostici sono stati diminuti ? O è aumentato il numero di posti letto ospedalieri ?
5. La qualità della scuola dove mandi i tuoi figli a studiare, risulta aumentata per didattica, strumenti di insegnamento, qualità dei docenti ? Il prezzo dei libri è diminuito ?
6. Se hai figli all’università, ti risulta di poter vantare che le tasse univeritaria siano state ridotte ? E ti risulta che uscito dall’università con la laurea, il tempo di attesa per trovare un occupazione sia diminuito ?
7. Quando vai in farmacia e paghi il ticket sui farmaci, puoi vantare di pagare di meno ?
8. Puoi vantare di avere avuto aumenti di stipendio nel periodo gennaio – luglio ? o aumenti negli introiti da attività commerciale, professionale ?
9. Puoi vantare di avere aumentato il tuo tenore di vita e il potere d’acquito per la spesa, i carburanti, i trasporti, gli svaghi e il tempo libero, le bollette di gas, luce e telefono ?
10. Hai per caso sentito di amici o familiari che hanno trovato occupazione stabile in nuove aziende, nuove attività commerciali o economiche in genere ?
11. Puoi vantare di non avere nella tua stessa famiglia, o giro di conoscenze ed amicizie nessuno che sia dovuto emigrare all’estero nel periodo gennaio – luglio 2015, per cercare lavoro ?
12. Puoi vantare di avere genitori o nonni il cui tenore di vita, dopo anni e anni di lavoro e tasse, nel periodo gennaio – luglio 2015 hanno potuto tirare un sospiro di sollievo per il loro tenore di vita, la loro pensione, la loro sicurezza ?
13. Puoi vantare che intorno a casa tua, nel tuo quartiere o città non vi siano vetrine chiuse, cartelli di vendesi dappertutto, capannoni abbandonati e vagabondi di ogni genere e nazionalità ?
14. Puoi vantare che sempre intorno a te, dove vivi e lavori, dove parcheggi, dove vai a fare la spesa, non sia aumentato il numero di indigenti, poveri, mendicanti, stranieri che vivono di espedienti, emarginazione, solitudine ?
15. In casa, al lavoro, per strada, al cinema o su un treno ti senti più sicuro del periodo gennaio luglio 2014 ?
16. Intorno a casa tua, i parchi, marciapiedi, piste ciclabili, aree comuni, parcheggi sono aumentati, si trovano in condizioni migliori rispetto all’anno scorto ?
17. Il traffico stradale nel quale ti muovi per lavoro, o i mezzi pubblici coi quali raggiungi il tuo posto di lavoro, ti permettono di sprecare meno tempo viaggiando ? le tariffe sono diminuite ? le strade hanno meno buche e i treni pendolari sono più puliti ?
18. Se hai bisogno di una carta di identità, o devi rinnovare il passaporto o vuoi chiudere a vetri il balcone di casa tua, è tutto molto più semplice ed economico dell’anno scorso ?
19. Nel periodo gennaio – luglio 2015 puoi vantare di avere assistito, o sentito o letto alla dimunzione di furti in appartamento, scippi, violenze, rapine in casa, spaccio di droga, prostituzione per strada, accattonaggio ?
20. Nello stesso periodo in cui la ragioneria vanta il segno più, puoi dire la stessa cosa dell’azienda per la quale lavori ?
21. Puoi vantare di non avere tra i tuoi familiari, amici, conoscenti o persone di cui sei a conoscenza nessun suicida per debiti con la suddetta ragioneria ? disoccupati ? precari ? licenziati ? cassa integrati ? in mobilità ? prepensionati ?
22. Se hai in famiglia qualche persona con disabilità, gravi malattie, invalidità, anziani, puoi vantare di aver ricevuto maggiori servizi sociali, maggiori sostegni economici per provvedere e assistere queste persone sfortunate ?
23. Se hai in corso una causa di divorzio, fallimento, danni subiti, controversie con qualcuno, la durata del processo puoi vantare che è stata lampo ? Puoi vantare che siano stati cancellati d’ufficio i rinvii di udienza ?
Se sei arrivato sin qui a leggermi e soprattutto se ti sei posto le domande e ti sei dato la risposta, non ho altro da dirti.
Le amare conclusioni e il drammatico epilogo di questo andazzo li puoi immaginare da te, a meno che non tu non sia un imbecille. Ripensa ai due naufraghi dell’isola deserta.
Se le domande te le sei poste e non ti sei dato una risposta per pigrizia, superficialità, cinismo o altro, te ne faccio una sola di domanda :
se da una parte c’è qualcuno che può vantare aumenti delle proprie entrate e dall’altra milioni di altri soggetti che possono solo dire il contrario più drammatico, non ti sorge il sospetto che ci sia qualcosa che non va ? il dubbio che sotto sotto ci sia una truffa, un raggiro ?
Non rispondermi, tienila per te la risposta. Chiediti perchè tutto questo è ancora possibile. E chiediti infine se non sei anche tu tra quelli che pur non potendo vantare molto o nulla più, sostengono, finanziano, accettano, votano e danno il consenso all’unico soggetto che può vantare ancora qualcosa : lo stato, i suoi apparati come la ragioneria generale, il suo esercito di parassiti.
 http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/piu-e-meno-22-domande-per-te.html
Fonte:

8/01/2015

Agosto 2015

In ITALIA la teoria è quando si sa
tutto e non funziona nulla.La
pratica è quando funziona tut
to e nessuno sa il perChé.Qui
abbiamo riunito teoria e pratica: Non funziona nulla e nes
suno sa il perché!
Con affetto ai nostri cari politici di un buon riposo  estivo 2015.

5/14/2015

GLI EVASORI FISCALI COME I KULAKI, IL GOVERNO ITALIANO COME L'URSS

Negli ultimi vent’anni l’Italia si è progressivamente allontanata dai sistemi ad economia di mercato per abbracciare un modello che presenta numerose analogie con il regime sovietico nella fase stalinista di consolidamento del comunismo. La pressione fiscale effettiva sulle imprese, tenendo conto di ogni imposta e contributo, ha raggiunto un livello ufficiale vicino al 70 % degli utili, che in alcuni casi arriva fino all’85 %. Ci sono anche stati casi di imprenditori che, dovendo pagare il 110 % di imposte sugli utili prodotti, si sono indebitati con le banche. Questo livello di tassazione è in linea con quello applicato dal regime sovietico tra la fine degli Venti e i primi anni Trenta, quando Stalin decise di collettivizzare l’intera economia eliminando i ceti produttivi privati.
Le entrate fiscali italiane, aumentate da 450 miliardi a oltre 750 miliardi negli ultimi due decenni, hanno trasferito 300 miliardi aggiuntivi dalle tasche dei ceti produttivi privati al ceto burocratico. Si tratta di una confisca di ricchezza privata che rivaleggia per rapidità e imponenza con quella realizzata in quegli anni dalle autorità sovietiche. Anche le modalità operative e propagandistiche con cui le autorità comuniste perseguitavano e depredavano i produttori privati avevano inquietanti similitudini con gli attuali sistemi di “lotta all’evasione fiscale”. Un sintomo rivelatore della vicinanza ideologica tra i due sistemi è il fatto che in Italia i membri della casta politico-burocratica hanno adottato, in difesa dei propri interessi, lo stesso frasario utilizzato dalla nomenklatura staliniana per denigrare e criminalizzare i ceti produttivi: “ricchi”, “egoisti”, “evasori”, “speculatori”, “parassiti”.
Oggi come allora gli accertamenti fiscali vengono eseguiti con metodi terroristici e arbitrari, e accompagnati da una martellante propaganda di regime contro il nemico del popolo, “l’evasore fiscale”. Lo Stato italiano inoltre, attraverso gli studi di settore, i redditi presunti o gli obblighi contributivi svincolati dagli utili prodotti, usa anche la collaudata tecnica sovietica di rovinare i produttori privati esigendo dei tributi di entità assolutamente irraggiungibile. Ad un certo punto le autorità sovietiche ipotizzarono come metodo di lotta nei confronti dei “ricchi” kulaki l’abolizione del contante: un’idea che i governi italiani accarezzano da tempo, e che finora hanno realizzato solo parzialmente abbassandone il limite di utilizzo a 1000 euro, il livello più basso del mondo.
L’adozione su vasta scala di questi sistemi di lotta alla presunta evasione fiscale dei contadini provocò in Ucraina, negli anni 1932 e 1933, un spaventosa carestia con parecchi milioni di vittime. Oggi gli storici considerano questa tragedia come un vero e proprio genocidio pianificato a tavolino dalle autorità statali per eliminare un’intera classe di produttori privati. Anche qui sono evidenti le analogie con la situazione italiana, nella quale, a fronte di un crescente aumento dei privilegi per la casta politico-burocratica, comparabili a quelli che godeva la nomenklatura sovietica rispetto al resto della popolazione, si sta verificando un vero e proprio annientamento dei ceti produttivi privati perseguito con gli strumenti dell’accanimento fiscale e burocratico.
La distruzione del 25 % del settore produttivo privato ha provocato infatti il risultato desiderato dalla casta statale: la chiusura di centinaia di migliaia di aziende, il suicidio di migliaia di imprenditori, commercianti, artigiani o lavoratori privati che hanno perso il posto al ritmo di due o tre al giorno, il ritorno in grande stile dell’emigrazione degli italiani all’estero. Ai nostri politici non interessa nulla se le aziende chiudono o espatriano. Intendono infatti sostituire questi occupati con orde di nuovi assunti come insegnanti, forestali, dipendenti di municipalizzate e partecipate, impiegati di ministeri.
La persecuzione fiscale e burocratica contro le partite IVA mira a indebolire e alla lunga a distruggere la classe dei lavoratori autonomi, considerati pericolosi e inaffidabili perché si mantengono da soli, senza dipendere dalla politica o dalla spesa pubblica. Al contrario, i dipendenti pubblici sono spesso elettori docili e inquadrati, che votano in massa a sostegno del regime che li mantiene e li protegge. Si tratta di una strategia folle e perversa dal punto di vista economico, ma perfettamente razionale dal punto di vista politico, perché conduce al dominio assoluto del ceto politico-burocratico sulla società civile.
KULAKIL’uso sistematico e martellante della propaganda, della menzogna e dell’occultamento della verità costituisce un’altra somiglianza tra il comportamento del governo sovietico di allora e dei governi italiani di oggi. Così come il regime sovietico cercava di nascondere al mondo la terribile situazione che si stava verificando in Ucraina, oggi i media italiani, quasi tutti sussidiati dallo Stato e quindi controllati dal regime, evitano sistematicamente di parlare di un fenomeno di enorme portata sociale come quello dei suicidi dei lavoratori autonomi perseguitati da Equitalia o dall’Agenzia delle Entrate.
Oggi tutti riconoscono che la propaganda staliniana contro i contadini ucraini, accusati dal regime staliniano di occultare i raccolti e fatti morire di fame a milioni in quanto “evasori”, era falsa, perché le immense quantità di grano o di denaro nascoste dai contadini ucraini non esistevano. Erano pura propaganda, pretesti per colpire delle categorie sociali considerate inaffidabili e poco controllabili. Allo stesso modo, anche oggi le iperboliche cifre sull’evasione sbandierate dalla casta politico-burocratica, e prontamente riprese dai media sussidiati, sono inventate di sana pianta, sono numeri privi di fondamento reale, dedotti da accertamenti gonfiati che, nella grande maggioranza dei casi, si rivelano infondati.
Del resto, con le decine di strumenti di controllo sempre più invasivi che sono stati creati nel corso degli ultimi anni, quasi più nulla ormai sfugge all’occhio del fisco. Attraverso gli studi di settore, il redditometro, lo spesometro, le segnalazioni al 117, Serpico (il supercervellone elettronico che incrocia decine di migliaia di informazioni al secondo), l’abolizione del segreto bancario, i 400mila controlli all’anno sulle piccole imprese, i blitz contro la mancata emissione di scontrini, il limite all’utilizzo dei contanti fino a 999 euro, l’utilizzo del pos per le transazioni commerciali sopra i 30 euro, il Grande Fratello fiscale conosce praticamente morte, vita e miracoli di ogni contribuente. Com’è possibile che possano sfuggirgli ogni anno centinaia di miliardi?
Nessuno dovrebbe prendere sul serio questi numeri sull’evasione fiscale, perché provengono da una delle parti direttamente interessate e non da un organo terzo e indipendente. I funzionari del fisco hanno un forte interesse a diffondere le cifre più alte possibili, perché più numerosi e scaltri sono gli evasori, maggiori sono le probabilità di ottenere dal governo un potenziamento di organici, mezzi, risorse e poteri. Il ceto politico, da parte sua, accondiscende volentieri, perché la favola del tesoro nascosto dai perfidi evasori gli offre un facile capro espiatorio da dare in pasto al popolino credulone e indottrinato. In questo modo la casta politica può mascherare dietro all’evasione le proprie immense responsabilità nella rovina finanziaria dello Stato, e perpetuare indisturbata il saccheggio e lo sperpero del denaro pubblico.
Negli anni Trenta l’evasione dei contadini rappresentava una piccola goccia nell’oceano di sprechi e privilegi che caratterizzava lo stato sovietico. Qualcuno pensa che l’odierna situazione italiana sia diversa? Eppure anche oggi, come nell’Ucraina di quel tempo, la lotta all’evasione viene condotta in maniera spietata, senza alcun riguardo per la rovina dell’economia nazionale, la distruzione delle aziende o la disperazione delle vittime. Non una parola di rammarico, di rispetto, o anche solo di pietà umana è uscita dalla bocca dei politici o dei funzionari statali per le migliaia di lavoratori privati che si sono suicidati a causa di una pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro che non ha eguali nel mondo. Anzi, com’è tipico dei regimi totalitari, spesso alle vittime si è aggiunto l’insulto, la beffa e lo sberleffo: i commenti sarcastici sui suicidi degli imprenditori lasciati dai funzionari ministeriali sui social forum sono particolarmente significativi.
Per la scarsa resistenza opposta dai contadini, durante la grande carestia che colpì l’Ucraina il numero di vittime tra gli aguzzini armati fu quasi irrilevante. Anche oggi in Italia i privati produttori di reddito soffrono terribilmente (negli ultimi cinque anni hanno chiuso 400.000 partite iva e 75.500 imprese artigiane), mentre nessun consumatore di tasse statale ha perso il lavoro, è stato indotto a emigrare o si è suicidato per ragioni economiche. Come mai? Una “crisi economica” non dovrebbe colpire in maniera più o meno equilibrata tutte le fasce della popolazione?
Così come il genocidio dei contadini ucraini non fu una carestia naturale, ma una guerra studiata a tavolino dal governo sovietico con l’intento di liquidare un’intera classe sociale, allo stesso modo i ceti produttivi italiani non sono stati vittime di una “crisi” economica, come continuano a ripetere i giornali, ma di un deliberato attacco sferrato dal ceto parassitario che controlla l’apparato statale. È questa la ragione per cui, oggi come allora, le vittime si contano da una sola parte. Non è ancora chiaro chi sono i perseguitati e chi sono i persecutori?

Fonte:  http://url.ie/z079

6/12/2011

Politica

Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.


STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITÀ' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)
TUTTI ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi via crescendo fino a 40 ( 41 anni per il pubblico impiego !!! )
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO, e il debito pubblico AUMENTA alla faccia di quelli che pagano le tasse.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

Far circolare. Si sta promuovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............. queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i mass media si rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani per ovvi motivi......

PER FAVORE COMUNICALO ANCHE AD ALTRI GIUSTO PER CONOSCENZA.

Cancro alla prostata: test eccessivi e trattamenti eccessivi

Scritto da Bruce Davidson tramite The Brownstone Institute, L'eccessiva risposta medica alla pandemia di Covid h...