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9/05/2009

Rischio recessione di "doppio fondo"

L'ipotesi che proiettano la maggioranza dei mezzi di comunicazione di analisti del sistema economico è quello della "crescita debole" (uscita lenta della recessione), con un recupero lieve delle variabili economiche che non raggiungerà per riattivare i due pilastri basilari della crescita economico mondiale: L'impiego ed il Consumo.


I numeri ufficiali dei dati dell'economia reale, rivelano un fenomeno contrapposto: Ci sono segni lievi, i paesi centrali cominciano ad uscire soavemente dal processo recessivo, ma non ci sono dati né segnali che rivelino un recupero immediato dell'impiego e dei livelli di consumo.

L'economia globale sembra aver "toccare il fondo" (della recessione), dopo essere passato per la peggiore recessione e crisi finanziaria della Grande Depressione.

Nel quarto trimestre del 2008 ed il primo del 2009, il ritmo di contrazione delle economie più avanzate era simile alla caduta libera del PIL della crisi del 1929.

Davanti all'attuale situazione segnala un autorevole giornale bisogna porsi tre questioni.

Quando finirà la recessione globale?
Come sarà il recupero economico?
Ci sono rischi che si riproduca una ricaduta?

In quanto alla prima domanda, tutto indicherebbe che l'economia globale toccherà il fondo nella seconda metà del 2009. In molti paesi sviluppati, (USA, Regno Unito, Spagna, Italia ed altri membri dello zona euro, ed in alcune economie emergenti, quasi tutte europee.

In altre economie avanzate, come Australia, Germania, Francia e Giappone, e nella maggior parte dei mercati emergenti, come Cina, India, Brasile ed altre zone dell'Asia ed America Latina, il recupero è già cominciato e si comincia a percepire lievemente, quindi è iniziata un'uscita debole della decelerazione economica.

Come sarà il recupero?

Rispetto a come sarà il recupero, il quotidiano dice che verrà in forma O, recessione lunga ed uscita lenta, con crescita debole per almeno un paio di anni.

Per il giornale, l'ipotesi di un recupero in forma di O significa che l'occupazione continuerà a cadere drasticamente in USA ed in altri paesi: nelle economie avanzate, l'indice di disoccupazione supererà il 10 percento nel 2010.

Questa è una brutta notizia per la domanda e per le banche , ma anche per i lavoratori qualificati, un fattore fondamentale per la crescita della produttività lavorativa a lungo termine.

L'uscita ad ( O) si consolida per la contrazione creditizia delle banche che limita la capacità di erogare crediti per l'acquisto di nuove case e di investire per le imprese, gli indebitati consumatori affrontano la caduta del prezzo dell'abitazione e delle borse valori.

Il sistema finanziario continua il quotidiano , nonostante le misure adottate, continua ad essere sommamente deteriorato. Le entità bancarie tradizionali affrontano alcune perdite potenziali derivate da prestiti attivi di miliardi di dollari, oltre a soffrire una grave mancanza di capitalizzazione.

Il basso rendimento, dovuto all'alto indebitamento ed ai rischi di insoluto, saranno un freno per la crescita e le costanti pressioni deflazionistiche sui margini corporativi limiteranno le imprese a produrre, e a contrattare con il personale ed investire.

L'indebitamento del settore pubblico attraverso l'aumento dei grandi deficit fiscali minaccia di spostare il recupero della spesa nel settore privato. Inoltre, gli effetti dei pacchetti di stimoli smetteranno agli inizi del prossimo anno 2010, che è quello che aumenta l'incremento della domanda privata per sostenere la crescita continua.

La riduzione degli squilibri globali implica che i deficit per conto corrente delle economie più prodigiose come USA, ridurranno le eccedenze di paesi che tendono all'eccesso di risparmio, come Cina ed altri mercati . Nonostante la domanda interna non cresca ad un ritmo sufficientemente rapido il recupero della crescita globale sarà più debole.

La recessione di "doppio fondo"


Secondo il quotidiano, questo scenario di "crescita debole" aumenta il rischio che si possa produrre una recessione di doppio fondo, in forma di W, rialzo temporale quando l'economia sente l'impulso dello stimolo fiscale che svanisce subito dopo.

Ci sono rischi di strategie di uscita, qualsiasi cosa facciano le autorità:
per esempio devono tener conto dei grandi deficit venutosi a creare all'interno degli stati dell'Europa.

Se aumenteranno subito le imposte, taglieranno la spesa e termineranno con gli stimoli di liquidità in poco tempo, freneranno il recupero, facendo si che l'economia giri ad un stato di stagflazione, recessione più deflazione.

Un altro motivo per temere una recessione di doppio fondo è che "i prezzi del petrolio, l'energia e l'alimentazione crescono subito al di sopra dei fondamentali economici e potrebbero salire sempre più, per la liquidità eccessiva e la domanda speculativa. I 145 dollari il barile registrati l'anno scorso colpirono seriamente l'economia mondiale e, più in concreto, l'attività commerciale. L'economia mondiale non potrebbe resistere ad un altro colpo del genere, se la speculazione fa che il petrolio superi rapidamente i 100 dollari il barile."

In sintesi la cosa probabile è che il recupero sia debole, recessione lunga ed uscita lenta, e c'è un gran rischio che svanisca l'effetto del “salvagente” per imprese e banche da parte dello Stato, una recessione di doppio fondo, cioè una ricaduta della crisi spinta per la mancanza di ripresa del credito, per il consumo e l'impiego di manodopera specializzata fattore cardine.

Altro problema per le imprese sarà il reperimento di manodopera specializzata che grazie alla crisi è migrata in altri lavori più nobili, puliti, semplici e redditizi, quindi se non ci saranno degli incentivi concreti in ambito salariale soffriranno pesantemente per la produzione.

In linee generali, l'ipotesi del finanziario anglo-statunitense è on line con le proiezioni che realizzano gli esperti ed economisti allineati in una visione "pessimistica" rispetto all'uscita della crisi.

La chiave alfabetica

Come un'inchiesta del Wall Street Journal realizzato alla fine di aprile tra economisti, le possibilità di un recupero attraversa un complicato scenario la cui uscita è marcata per lettere dell'alfabeto.

La lettera "V", segnala il tipo di recupero rapido che normalmente arriva dopo una profonda recessione.

La lettera "O", segna una recessione più lunga ed un recupero più lento.

La lettera "L", segnala anni di crescita lenta e dolorosa.

Nella "W",rialzo temporale quando l'economia sente l'impulso dello stimolo fiscale che svanisce subito dopo.

Finalmente sta la "D" maiuscola, non per la sua forma bensì per un'altra Gran Depressione.

Che lettera dell'alfabeto segnerà finalmente la conclusione della crisi?

Nonostante le notizie siano complicate e dettagliate, la sua essenza è facile da riassumere.

Gli ottimisti credono che il recupero avrà forma di V. Gli scettici sostengono che si vedrà più come una W, rialzo temporale, o perfino come una successione di lettere W, conclude.

Cioè che, nella visione per i pessimisti, il recupero è solo un miraggio transitorio che tende a svanire.

Ma, oltre la visione degli analisti del sistema, la fatidica "uscita" della crisi ha chiaramente due letture parallele:

Da una parte, la piovra finanziaria di Wall Street e le borse mondiali, riciclano una nuova "bolla" lucrativa, non con denaro speculativo proveniente dal settore privato, bensì con fondi pubblici, delle imposte pagate da tutta la società, messi compulsiva mente al servizio di un nuovo ciclo di rendimento capitalista con la crisi.

E per un altro, mentre il processo inflazionistico recessivo sfrenato dalle economie centrali, USA ed Europa, genera già fame, povertà e svalutazione accentuata del potere d'acquisto delle maggiori classi sociali a scala planetaria, un proficuo gruppo di mega-imprese e miliardari moltiplicano a scala siderale i suoi attivi imprenditoriali e le sue fortune personali.

Simultaneamente, l'economia reale delle potenze economiche collassa in tutte le sue variabili, i settori più prestigiosi accedono agli "accomodamenti" mentre una crisi sociale, ancora di effetti imprevedibili, continua ad aumentare dai licenziamenti massicci in Europa ed USA.

È chiaro allora che quello che è "crisi" per alcuni, i licenziati ed i settori sociali più deboli della società, risulta "bolla lucrativa" per altri, il capitalismo finanziario con l'economia della leva finanziaria speculativa.

I poveri, sono a sua volta i maggiori danneggiati per l'utilizzo fraudolento, la truffa dello Stato capitalista, di fondi di imposte pubbliche per salvare imprese private, poiché non contano sulle risorse, risparmi e mezzi di provenienza delle classi alte.

7/03/2008

I tassi d'interesse

I tassi d'interesse
sono a loro volta sensibili a due importanti fattori economici:l'andamento del costo della vita e
quello della produzione.La teoria prevalente ritiene che il livello dell'inflazione debba essere
mantenuto il più basso possibile per evitare che le classi meno abbienti finiscano per avere difficoltà
a soddisfare i propri fabbisogni.Così, quando si manifestano
tendenze al rialzo, le banche centrali decidono di alzare il livello dei tassi d'interesse per
rallentare l'attività produttiva.Le aziende, infatti, sono solite finanziare le loro attività attingendo
a prestiti, che naturalmente son molto sensibili ai cambiamenti dei tassi.
Se questi salgono, aumentano i costi di produzione e , a cascata, i prezzi al consumo.
Nel timore che il mercato non assorba la loro offerta a prezzi superiori, le aziende riducono la
produzione,diminuendo quindi la richiesta delle materie prime necessarie.Chi offre le materie prime, per
poterle proporre al mercato è costretto a sua volta a portare i prezzi
su valori più bassi.Se in effetti questo circolo virtuoso si realizza, i costi sul mercato cesseranno
di salire e il costo della vita potrà aumentare ancora per qualche tempo,ma per
valori percentuali assai modesti.A questo punto le banche centrali potranno nuovamente
far scendere il livello dei tassi d'interesse perché le condizioni negative, legate a un aumento oltre
misura dell'inflazione sembrerebbe essere rientrate.

BCE ALZA I TASSI DI 25 PUNTI BASE:INCREDIBILE!

Francoforte, 3 lug. - (Adnkronos) - In linea con le attese la Bce ha aumentato di 25 punti base il livello dei tassi di interesse minimo di rifinanziamento principale nell'Euro zona al 4,25%. Aumentati dal 3% al 3,25% i tassi sui depositi overnight e dal 5% al 5,25% quello sui rifinaniamenti marginali. Alle 14,30 il presidente dell'Eurotower Jean Claude Trichet renderà note le motivazioni. Prese di profitto sull'eurodollaro che scambia alle 13,47 a 1,5891 dopo aver superato meno di un''ora fa il livello di 1,59.
PST:Conferma chiara di non voler far crescere l'economia, la leva finanziaria è stata innescata,
ora continuerà e non si sa per quanto la discesa delle borse Europee.
Nessuno dice chiaramente che il ciclo finanziario attuale è terminato, il mibtel Italiano è a 22325
e ci sono ancora larghi margini di discesa prima di arrivare ai minimi di qualche anno fa 17500-180000.

Illusione Monetaria

Erronea credenza che il valore della Moneta non cambi.
Negli anni 50 e 60 quando i prezzi nei paesi dell'OCSE aumentavano in media del 2,8%
all'anno ,molti si sono cullati nell'illusione monetari, ma negli anni 70 l'Inflazione

galoppante l'ha spazzata via: ogniqualvolta si conduceva un'inchiesta tra l'opinione pubblica

riguardo al tasso corrente di inflazione le risposte davano un tasso il più delle
volte superiore a quelle reali.
L'illusione monetari è qualcosa di più che una fantasia.
A coniare il termine fu Keynes, il quale affermò che i lavoratori sarebbero più disposti
ad accettare un riduzione dei loro salari reali derivante da un'erosione del salario
nominale dovuta all'aumento dei prezzi che una diminuzione dei loro salari monetari perché
noterebbero più chiaramente una diminuzione della quantità di moneta ricevuta nella busta paga

che una diminuzione del potere d'acquisto.
I Monetaristi hanno da sempre sostenuto che il TRUCCO avrebbe funzionato finché durava

l'illusione monetaria, ma che una volta che la gente si fosse resa conto del meccanismo,le
politiche Keynesiane avrebbero avuto un effetto sempre meno rilevante sull'economia "REALE".
Ad un certo punto, sostengono i monetaristi, le implicazioni inflazionistiche di qualsiasi
provvedimento vengono interamente anticipate: il semplice annuncio di un pacchetto di incentivi
fa diminuire il tasso di cambio,spinge i tassi di interesse verso l'alto, induce i produttori a
studiare un aumento dei prezzi ed i sindacati a rivendicare nuovi aumenti salariali.

1/09/2008

18/11/07 Il cerchio del vinaiolo.

COMUNICATO STAMPA

TREDICESIME: 33,4 MILIARDI DI EURO (0,9 MILIARDI IN PIU’ DEL 2006) IL MONTE GRATIFICHE 2007, CON IL 63 PER CENTO MANGIATO DA TASSE, BOLLI,CANONI E MUTUI, IL 25 PER CENTO PER RIMBORSARE DEBITI PREGRESSI (CONFERMA DI “VITA
A RATE”);IL 12% DESTINATO A RISPARMI, REGALI,VIAGGI E CONSUMI ALIMENTARI !
FAMIGLIE CON LA CORDA AL COLLO:CRESCONO I DEBITI IN 12 MESI (+ 9%,DA 493 A 537 MLD) ; DIMINUISCONO DEL -13,2% I RISPARMI (DA 74,7 A 64,8 MILIARDI DI EURO).

Tra circa un mese saranno pagate le tredicesime, che ammontano quest’anno a 33,4 miliardi di euro (+ 0,9 miliardi rispetto al 2006), così ripartite: 9,9 miliardi ai pensionati; 8,60 miliardi ai lavoratori pubblici; 14,90 ai dipendenti privati (agricoltura,industria e terziario). Ma dopo un anno durissimo di rincari ed aumenti che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette ad indebitarsi per sopravvivere, con una perdita del potere di acquisto del 6 per cento e con rincari, negli ultimi 12 mesi, pari a 1.500 euro, resterà poco per festeggiare: sarà un Natale tra i più duri, dopo la crisi dei sub-prime,l’aumento delle rate sui mutui a tasso variabile,sottoscritti da 3,2 milioni di famiglie, la crescita dei pignoramenti con tassi superiori al 20% a conferma di gravissimi disagi sociali, i rincari dei beni alimentari e dei prezzi delle benzine, con il petrolio che ha sfiorato i 100 dollari al barile,attenuato in parte dalla forza dell’euro.
Tredicesima più che falcidiata quindi sotto l’albero di Natale,per far fronte ad aumenti infiniti iniziati a gennaio 2007 con le tariffe autostradali,luce, gas, benzina, bolli,tasse di revisione ed altri ordinari balzelli. A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, Ici , rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare. Con il risultato di ridurre dell’88 per cento l’attesa gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 33,4 miliardi di euro di tredicesime pagate quest’anno soltanto il 16 per cento,ossia 5,4 miliardi di euro resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.
Il 59,5 % del totale (19,7 mld di euro) verrà infatti speso per pagare tasse, imposte, bolli, mutui e assicurazioni. Nel consueto appuntamento che fa i conti (da 16 anni) nelle tasche degli italiani, Adusbef prevede un Natale in chiaroscuro sul fronte dei consumi. A “bruciare” un’ ampia fetta delle tredicesime sarà l’Ici (imposta comunale sugli immobili): entro il 20 dicembre, saranno infatti versati in totale 5,6 mld di euro (il 16,7 % del monte totale). La RC Auto, le cui solenni promesse riduzioni tariffarie dell’Ania, a fronte di una diminuzione dei sinistri del 16 per cento è rimasta lettera morta, mangerà 4,5 miliardi di euro,il 13,47 delle tredicesime, mentre 4,6 miliardi di euro, serviranno per pagare le rate dei mutui per la casa, (500 milioni in più rispetto al 2005 per i rincari dei tassi) sui quali incombe un pesante rischio di insolvenza per circa 1,9 milioni di famiglie. Il salasso non è però ancora finito qui: 3,5 miliardi di euro se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto il 10,47 %, mentre 1,5 miliardi (4,49 %) spariranno per il canone Rai.
La tredicesima per la maggior parte delle famiglie è già stata ipotecata da ottobre non solo per pagare tasse, ratei e bollette delle utenze domestiche (Enel,Telecom,Gas,ecc.), ma un ulteriore 24,85 per cento, pari a 8,3 miliardi di euro (400 milioni in più del 2006), servirà per pagare i prestiti contratti con banche, finanziarie,parenti amici e/o conoscenti per sopravvivere,dato che stipendi,salari e pensioni non bastano più per far quadrare i bilanci famigliari.
Per scopi più piacevoli restano 5,4 miliardi di euro, il 16 per cento del monte tredicesime che potranno essere utilizzati per cenone,regali (spesso ai più piccoli),qualche viaggio (anche all’Estero spinti dalla forza dell’euro), qualcosa da mettere da parte per future esigenze: una miseria, che non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari selvaggi e da un futuro molto incerto. Adusbef non vede ottimismo nell’attuale congiuntura economica che, anzi, sconterà una crisi ancor più profonda dei consumi legata sia ai riflessi dei mutui sub-prime ed alla restrizione del credito,quindi ad un aumento dei tassi a prescindere dalle decisioni BCE, che alle minori disponibilità finanziarie delle famiglie, costrette ad indebitarsi anche per acquistare i beni essenziali come il pane e la pasta,e ad acquistare i libri a rate, per mandare i figli a scuola.
MONTE TREDICESIME 2007
In miliardi euro
Pensionati 9,90
Lavoratori pubblici 8,60
Dipendenti privati 14,90
Totale tredicesime 33,40
Come verranno spese le tredicesime 2007 - Importi in miliardi di euro (Percentuale su monte tredicesime) Stime Adusbef (16° rapporto) su dati ufficiali
RCAuto 4,5 13,47 %
ICI 5,6 16,77 %
Canone Rai 1,5 4,49 %
Mutui casa 4,6 13,77 %
Bolli auto/moto 3,5 10,47 %
Bollette /Ratei e Prestiti 8,3 24,85 %
TOTALE SPESO 28,0 83,82 %
RIMANENZA 5,4 16,18 %

Famiglie sempre più indebitate. L'allarme indebitamento di Bankitalia non riguarda solo il bilancio statale, ma anche l'economia domestica. La propensione delle famiglie italiane a ricorrere all'indebitamento, è quasi raddoppiata in dieci anni. "Nell'ultimo decennio - scrive Bankitalia - i debiti delle famiglie italiane sono cresciuti a un ritmo elevato, superando il 30% del Pil nel primo trimestre 2007 (erano il 18% nel 1996)".
Nel 2^ trimestre dell’anno l’indebitamento delle famiglie è cresciuto a un ritmo ancora elevato, passando dai 493,395 miliardi del 2006 ai 537,829 del 2007, con una crescita del 9 per cento. Secondo stime di Bankitalia il costo affrontato dalle famiglie per il “servizio del debito” (pagamento degli interessi ed il rimborso delle quote di capitale) è passato dal 6,55 per cento del 2005 al 7 per cento del 2006.

PASSIVITA’ DI FAMIGLIE E ISTITUZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO AL SERVIZIO DELLE FAMIGLIE
Fonte: Suppl. al Bollettino statistico Bankitalia “Conti finanziari” (6-11-2007) Dati 2° trimestre 2007

PRESTITI A BREVE TERMINE 53,858
Di cui…. Di Istituzioni finanziarie e monetarie 51,716
…………Di altre società finanziarie 2,142
PRESTITI A MEDIO/LUNGO TERMINE 451,434
Di cui…. Di Istituzioni finanziarie e monetarie 396,724
…………Di altre società finanziarie 47,405
…………Di Ammin.ni pubbliche 7,306
RISERVE TECNICHE DI ASSICURAZIONE 32,536
TOTALE PASSIVITA’ 537,829
Parallelamente, nel 2006 il risparmio finanziario delle famiglie è diminuito rispetto all’anno precedente del 13,2 per cento. Saldo finanziario delle Famiglie
Fonte Bankitalia-In miliardi di euro
2003 2004 2005 2006
68,615 82,736 74,743 64,863
बी Enzo


Questo non è capitalismo e sarà sempre peggio.

"Per favore, considerate tutti questi fattori la prossima volta che qualcuno denuncerà il sistema statunitense come il mi...