Termine usato per indicare le teorie economiche prevalenti dal diciottesimo secolo fino al ventesimo, quando vennero rielaborate dalle teorie economiche neo-classiche.
I grandi nomi degli economisti di questa scuola includono "Adam Smith, David Ricardo, e John Stuart Mill".
Gli economisti classici ritenevano che il perseguimento del propio interesse da parte dell'individuo producesse il massimo benessere per la collettività.
La scuola classica sosteneva che l'economia si trova sempre in uno stato di "EQUILIBRIO" o comunque tende a raggiungerlo e che l'equilibrio è assicurato dal movimento dei salari (il prezzo del lavoro) e dei tassi di interesse (il prezzo del capitale).
Il tasso di interesse si muove al fine di assicurare l'eguaglianza tra RISPARMIATORE ed INVESTIMENTO.
Se ad esempio, gli imprenditori decidessero (forse in ragione dell'innovazione tecnologica)di voler investire di più, le imprese aumenterebbero il propio indebitamento e farebbero quindi salire i tassi di interesse.
Tassi di interesse più elevati hanno due effetti:
1)le famiglie sono pronte a risparmiare di più e quindi, indirettamente, a concedere maggiori finanziamenti per gli investitori delle imprese;
2)alcune imprese gradualmente abbandonano l'idea di investire di più a causa del costo più elevato del denaro.
Le due forze agiscono una sull'altra e finiscono per generare un nuovo equilibrio quando il risparmio diventa uguale all'investimento.
Tale teoria si fonda su due presupposti: anzitutto, che l'investimento sia altamente sensibile al tasso di interesse, ed in secondo luogo, che il tasso di interesse sia perfettamente libero di variare, determinando una rapida uguaglianza di risparmio ed investimento.
Per quanto riguarda i salari, essi si regolano in maniera da assicurare che il livello di equilibrio del reddito nazionale sia quello che genera la piena occupazione.
Se vi è disoccupazione, i salari tenderanno a diminuire e la domanda di mano d'opera ad aumentare assorbendo così i disoccupati.
Viceversa, i salari tenderanno ad aumentare ed a ridurre la domanda di mano d'opera quando l'economia galoppa verso un ritmo di crescita insostenibile del reddito nazionale.
La scuola classica e quella neo classica furono eclissate tra la metà degli anni 1930 e la metà degli anni 1970 dai seguaci di Maynard Keynes il quale aveva attaccato i due capisaldi della teoria classica, sostenendo che:
1)Il tasso di interesse è influenzato, se non determinato dal comportamento speculativo dei detentori di obbligazioni.
2)I salari tendono inflessibilmente verso il basso così che il reddito nazionale può raggiungere un apparente punto di equilibrio senza che esista il pieno impiego.
Più recentemente, si è avuto un rinnovato interesse per una parte delle teorie classiche e neo classiche.
Governo mondiale e stranezze della Globalizzazione risparmiatori consumatori spogliati dall'inflazione e dalla speculazione,banche sempre meno trasparenti.Imbevitori di ogni sorta pronti a qualsiasi cosa purché di guadagni facili.Politici con nuove leggi che gravano sempre più sul comune cittadino,illuminati maghi,filantropi,onlus,coop,sette religiose,massoni.Piramidi sempre più perfette e ben studiate. La parola fondi che in realtà significa che non saranno mai riempiti a discapito di qualcuno.
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10/06/2009
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