4/03/2015

Per quanto tempo l’US Navy può sopravvivere in una guerra?

Gli USA si vedono come i sovrani degli oceani del mondo. Dopo tutto il Paese, che spende 10 volte per le proprie forze militari dei prossimi nove Paesi, ha la Marina più grande, e avendo dalla guerra del Vietnam affrontato solo avversari militarmente inferiori, è estremamente sicuro di poter sconfiggere tutto e tutti. Non sorprende che alcuni giovani statunitensi indossino t-shirt con la scritta: "United States Navy: il mare è nostro". Forse dobbiamo affrontare tali orgoglio e arroganza con una certa comprensione, data la superiorità numerica dell'US Navy. In totale, essa ha10 gruppi di portaerei operativi (e 2 in riserva) mentre la Russia e la Cina ne hanno solo uno ciascuno. Le portaerei sono il grande orgoglio della Marina degli Stati Uniti e sono perfette anche per sottolineare visivamente la pretesa di sovranità sui mari. Sono quindi ben volute dai presidenti degli Stati Uniti, come nei discorsi alla gente per dire che tale nazione unica, ancora una volta, ottiene una vittoria eroica. Un momento emozionante (almeno per gli statunitensi), fu quando George W. Bush atterrò con un jet da combattimento sull'USS Abraham Lincoln (non da pilota) e poi, con le parole "missione compiuta" e "lavoro ben fatto", proclamò al popolo la fine della guerra in Iraq. Come sappiamo, la distruzione dell'Iraq fu effettuata dagli statunitensi con l'operazione chiamata Iraqi Freedom. Possiamo ancora chiederci cosa avesse a che fare con la libertà, ma è un'altra storia. Oltre all'idoneità ai discorsi impressionanti, le portaerei hanno anche, ovviamente, uno scopo militare. Possono essere considerate dei piccoli aeroporti galleggianti, inviando fino a 100 aerei da combattimento sul teatro operativo. Dato che sono equipaggiate con i migliori armamenti, radar e sistemi di difesa, finora non hanno subito quasi alcuna minaccia, tanto più che in passato l'US Navy le parcheggiava preferibilmente al largo delle coste di Stati desertici indifesi. Ma quale sarebbe la potenza dell'US Navy davanti a una pari? Il titolo dell'articolo implica già la risposta: non così buona, e potrebbe essere che i patriottici fan dell'US Navy nascondino subito le magliette nell'armadio. Già negli anni '70, l'ammiraglio Rickover, "padre della marina militare nucleare", dovette rispondere alla domanda del Senato degli Stati Uniti: "Quanto tempo le nostre portaerei sopravviverebbero in una battaglia contro la Marina russa", la sua risposta disilluse: "Due o tre giorni prima di affondare, forse una settimana se rimangono in porto". La ragione della durata notevolmente ridotta delle portaerei nella battaglia contro i russi, è la mortale minaccia subacquea: i sottomarini moderni, specialmente quelli russi, sono così potenti e difficili da individuare che possano affondare grandi navi e portaerei in un batter d'occhio. La debolezza della Marina degli Stati Uniti, quindi, è la vulnerabilità quando affronta un nemico che, utilizzando il linguaggio degli statunitensi, domina i mari da sotto la superficie. Naturalmente gli analisti militari statunitensi sono consapevoli di tale debolezza, quindi ci si chiede perché l'US Navy aderisca ancora alla dottrina "più grande è meglio" e continua a contare su una flotta di portaerei e grandi navi da guerra. Il colonnello Douglas McGregor, veterano e autore di quattro libri con dottorato di ricerca e analista militare, risponde: "Strategicamente, non ha senso, ma la costruzione di grandi navi, ovviamente, crea molti di posti di lavoro".
a_zinchuk_su-24_1600Così la minaccia di sottomarini, siluri e missili antinave russi è ben nota dagli statunitensi, un fatto che il libro di Roger Thompson, Lessons Not Learned: The US Navy Status Quo Culture, lo sottolinea. Un breve estratto: "Come Howard Bloom e Dianne Stella Petryk-Bloom avvertirono nel 2003, russi e cinesi hanno il mortale missile SS-N-22 Sunburn a disposizione. Questo massiccio missile a lungo raggio, dotato di testate nucleari o convenzionali, è estremamente difficile da rilevare e distruggere. Secondo il Jane's Information Group, può distruggere qualsiasi portaerei degli Stati Uniti. Più precisamente, Timperlake (laureato all'Accademia Navale) e Triplett hanno avvertito che il missile Sunburn è progettato per una cosa: distruggere portaerei e incrociatori classe Aegis. Il missile SS-N-22 sfiora la superficie dell'acqua a due volte e mezzo la velocità del suono, fino a poco prima dell'impatto, quando s'impenna e si dirige sul ponte del bersaglio. La testata nucleare da duecento kilotoni è venti volte più potente delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima. L'US Navy non ha alcuna difesa contro questo sistema missilistico. Come l'ex-ammiraglio Eric McVadon dice: "Basta per affondare la 7.ma Flotta degli USA (Pacifico) per due volte"". Inoltre, correlato al concetto della quasi inevitabile debolezza delle grandi navi da guerra, vi è un altro motivo della vulnerabilità della Marina e delle forze armate degli Stati Uniti in generale: arroganza e sottovalutazione connessa degli avversari. Chiunque sottovaluta il nemico diventa imprudente ed ha pessime carte in caso di attacco a sorpresa. Ciò accadde nel 2000, quando la portaerei USS Kitty Hawk fu sorpresa dai russi. Ecco alcuni stralci dell'articolo di Jon Dougherty, "Russian Navy takes Flyover by Surprise" (World Net Daily): "Un paio di aerei da guerra russi sorvolarono almeno tre volte una portaerei degli Stati Uniti di stanza nel Mar del Giappone, ad ottobre, costituendo una gravissima minaccia, tanto che il Pentagono ammise che potevano facilmente distruggere la nave se avessero avuto intenzioni ostili, dice lo Stato Maggiore della Marina. Secondo le notizie, un Su-24 Fencer dell'aeronautica russa, accompagnato da un Su-27 Flanker, sorvolò incontrastato l'USS Kitty Hawk, il 9 ottobre, mentre si riforniva. Caccia e aereo da ricognizione russi fecero un secondo tentativo di avvicinamento alla portaerei il 9 novembre, una replica, secondo il Pentagono e i testimoni a bordo della nave, erano preparati. Ma fu l'incidente di ottobre ad allarmare. Il portavoce del Pentagono Kenneth Bacon disse in conferenza stampa del 30 novembre, che i caccia russi furono rilevati sul radar con largo anticipo, prima dei loro passaggi ad alta velocità. Ufficiali a bordo della nave, che parlarono dell'incidente, concordavano. Tuttavia, quando il centro informazioni operativo della portaerei avvertì il comandante della nave, capitano. Allen G. Myers, che gli aerei russi si avvicinavano, nessuno dei caccia della portaerei decollò. La nave trasporta 85 aerei, secondo i dati della Marina, ed ha un equipaggio di oltre 5500 membri. Testimoni dissero che Myers ordinò immediatamente il decollo dei caccia in allarme, ma la squadriglia della nave era allo status "Alert-30″, con tempo minimo di decollo di 30 minuti, essendo i piloti "nella stanza operativa" e non ai comandi pronti al decollo. Bacon disse solo che ci "può essere stato un leggero ritardo" nel far decollare gli intercettori, spiegando che, poiché la Kitty Hawk si stava rifornendo, non navigava abbastanza velocemente da far decollare i suoi velivoli. Un ufficiale della nave disse, "40 minuti dopo che il CO (comandante) diede l'allarme", gli aerei russi "fecero un passaggio a 500 nodi, a 200 metri sopra il torrione" della portaerei. Prima che la Kitty Hawk potesse far partire un solo aereo, i caccia russi effettuarono altri due passaggi. Peggio, secondo testimoni, il primo aereo a decollare fu un EA-6B Prowler, aereo utilizzato per disturbi elettronici di radar e difese aeree del nemico, non un caccia in grado d'intercettare aerei militari. L'EA-6B "affrontò il Flanker proprio sopra la nave" disse un testimone". Il Flanker incombeva… e urlarono aiuto quando finalmente un F/A-18 Hornet dello squadrone gemello decollò e l'intercettò. Ma era troppo tardi". Il personale osservò che "l'intero equipaggio guardava in su mentre i russi si facevano beffe del nostro scadente tentativo d'intercettarli". L'amministrazione Clinton minimizzò l'incidente… La BBC, tuttavia, disse che era evidente dalle foto scattate dagli aviogetti russi che ci fosse "panico a bordo", quando gli aerei li sorvolarono".
I nostri lettori statunitensi ora forse sosterranno che questo episodio umiliante accadde 15 anni fa e una cosa del genere non è più possibile oggi. Ma la maggior parte dei lettori di Russia Insider ricorda gli eventi dell'aprile 2014, quando il cacciatorpediniere ultramoderno USS Donald Cook fu paralizzato da un Su-24. Per quei lettori che purtroppo persero la storia, eccola: All'inizio di aprile dello scorso anno gli statunitensi inviarono l'USS Donald Cook nel Mar Nero, con il permesso della Turchia, per protestare contro l'annessione russa della Crimea e per dimostrare la loro forza militare. Il cacciatorpediniere era equipaggiato con il più avanzato sistema di combattimento AEGIS, un sistema d'arma navale per rilevare, seguire e distruggere obiettivi multipli contemporaneamente. Inoltre, l'USS Donald Cook è dotato di quattro grandi radar la cui potenza è paragonabile a quella di diverse stazioni. Per la difesa, trasporta più di 50 missili antiaerei di vario tipo. Secondo la "Convenzione di Montreux", le navi da guerra che appartengono a Stati esterni al Mar Nero sono autorizzate a rimanervi per non più di 21 giorni. Gli statunitensi, naturalmente, ignorarono la regola e la Russia rispose inviando il Su-24 disarmato, ma equipaggiato con l'ultimo dispositivo da guerra elettronica chiamato Khibinij. Quando il Su-24 si avvicinò al cacciatorpediniere, tutti i sistemi radar, di controllo ed informazioni dell'USS Donald Cook furono improvvisamente paralizzati dal Khibinij. In altre parole, il sistema AEGIS, apparentemente superiore, fu spento come quando si spegne il televisore con il telecomando. Successivamente, il Sukhoj simulò 12 attacchi missilistici a bassa quota sul praticamente cieco e sordo USS Donald Cook, e possiamo immaginare che i due piloti del Su-24 si siano molto divertiti. Purtroppo, in quel momento non c'erano né John McCain né il comandante della NATO Phillip Breedlove a bordo della nave, avrebbero certamente avuto alcune solide impressioni da questa dimostrazione. Dopo l'incidente, l'USS Donald Cook si diresse immediatamente a tutta velocità verso un porto romeno, dove 27 membri dell'equipaggio, scioccati, chiesero la licenza dal servizio. La storia dimostra che gli statunitensi ancora sopravvalutano le loro forze armate e non si rendono conto (o non vogliono ammettere) che la tecnologia militare della Russia è in molti campi superiore, con un vantaggio che non può essere compensato subito. Quindi, finché un singolo aereo russo potrà spegnere tutti gli ultimi sistemi d'allarme e controllo del tiro di una nave da guerra statunitense, semplicemente premendo un tasto, la risposta alla domanda "Quanto l'US Navy può sopravvivere?",oggi è la stessa dei vecchi tempi della Guerra Fredda.27ZZP

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