3/04/2008

Politica e Casini

Montezemolo "targato Casini", ago della futura governabilità ?
Siamo alla fantapolitica. Luca di Montezemolo appoggia Casini per aiutarlo a costruire un terzo polo di aggregazione politico-elettorale - il famoso centro che è diventato come il punto G, tutti sanno che c’è ma nessuno l’azzecca - con l’obiettivo di raggiungere il 7 o l’8 per cento dei consensi. La manovra del confindustriale mira in tal modo a non fare vincere il centro destra e porsi come ago della bilancia per un governo di larghe intese che, aprite bene le orecchie!, dovrebbe avere come premier proprio lui! E qui siamo nella fantapolitica frutto di una manifestazione onirica che sfocia in una falsa percezione della realtà. Per raggiungere questo scopo, si dice, che Luca si sia dato da fare per riportare, nell’alveo, appena abbandonato dell’Udc per una imprecisata Rosa bianca, Tabacci e Baccini.
Chi ragiona in questo modo, anche se ha lunga frequentazione con Casini, sicuramente non ha fatto bene i conti con le ambizioni dell’illustre ex presidente della Camera che non vuole più essere secondo a nessuno. Pierferdi, come affettuosamente lo chiamano gli amici, ha una personalità caratterizzata da un io ipertrofico che pretende di vedere la sua immagine dappertutto, dispensatrice di serenità e benessere. In questa campagna elettorale il Nostro, dato che corre per Palazzo Chigi, c’è riuscito alla grande. I muri degli edifici sono tappezzati da enormi manifesti che riportano frasi del tipo “ E’ ora di premiare chi merita ”, “ E’ ora di aiutare le famiglie ”, e, se non ricordo male, “ E’ ora che l’Italia sia più sicura” . Accanto a queste pillole di saggezza, sparse ovunque in tutto lo stivale, campeggia la faccia rassicurante di Casini.
Ma che messaggi sono questi!? Come può un politico che si presenta agli elettori per governare il paese essere così vago e pretendere che frasi tanto ovvie possano calamitare l‘attenzione? I luoghi comuni, i tòpoi, erano utilizzati nel V e IV sec. a. C. dai sofisti greci, che impartivano lezioni ai loro discepoli, come strumenti retorici da intervallare nei discorsi pubblici per attirare il consenso degli ascoltatori. E c’era tutto un elenco che i giovani imparavano e a cui ricorrevano ogni tanto; ma nessuno si sarebbe mai sognato di parlare nella pubblica piazza ripetendo tutte quelle frasi talmente ovvie quanto inutili. “ E’ ora che Casini la finisca di tediare gli italiani” sarebbe un bel manifesto.

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