1/25/2008

Svaniti nel nulla 5 miliardi a Parigi la truffa dei record - Giampiero martinetti
( Repubblica, La del 25/01/2008 )

Economia Banca e banchieri Svaniti nel nulla 5 miliardi a Parigi la truffa dei record Funzionario infedele mette ko la Société Générale Un trader della banca avrebbe occultato perdite da speculazioni sbagliate GIAMPIERO MARTINOTTI dal nostro corrispondente PARIGI - La speculazione può vestire i panni di un piccolo uomo, di un modesto funzionario di banca, capace di perdere cinque miliardi di euro senza che nessuno se ne accorga in una delle più grandi banche europee. Passerà alla storia come lo scandalo "plain vanilla", espressione gergale in cui la vaniglia non c'entra niente, ma che definisce solo operazioni semplici sul mercato dei "futures": in pratica, puntate sul rialzo o sul ribasso di merci, valute, azioni o quant'altro. Jérome Kerviel, trentuno anni, stipendio attorno ai 100 mila euro annui, ha giocato tutto sul rialzo delle Borse. Non per sé, ma per il suo istituto di credito. Secondo la versione ufficiale, una certa genialità perversa gli ha consentito di operare in segreto, sfuggendo ai controlli dei suoi superiori. Sabato, quando le temerarie operazioni di Kerviel sono state scoperte, Daniel Bouton dev'essere impallidito: uno dei più rispettati banchieri europei, l'uomo che da più di dieci anni guida con competenza e abilità la Société Générale, si è accorto di essere stato truffato da un quadro di media importanza. Bouton ha offerto le proprie dimissioni al consiglio di amministrazione della banca, che le ha respinte, ma ha sudato e dovrà ancora sudare molto più delle proverbiali sette camicie per spiegare ai mercati come e perché un suo dipendente ha potuto bruciare da solo cinque miliardi di euro. E la Banca di Francia avrà il suo bel daffare per chiarire come sia possibile sfuggire a tutti i controlli. Ieri mattina, gli operatori di Borsa non hanno creduto ai loro occhi leggendo il comunicato della Société Générale: la tredicesima banca europea per capitalizzazione annunciava quasi sette miliardi di perdite. Due dovuti alla crisi americana dei subprime, 4,9 provocati dalla più grande truffa finanziaria della storia. I precedenti, infatti, non reggono il confronto: tra il 1986 e il 1996 Yasuo Hamanaka ha fatto perdere alla Sumitomo una cifra equivalente a 1,8 miliardi in euro per le sue speculazioni sul rame. E nel 1995 la Barings è fallita a causa delle pazzie di Nick Leeson, che aveva accumulato un miliardo di euro di perdite scommettendo sulla borsa di Tokyo e i prezzi del greggio. In meno di un anno, Kerviel ha perso più dei suoi più spericolati predecessori. Senza mettersi un centesimo in tasca, ma forse solo per fare un colpo e diventare un "pezzo grosso" della finanza. Sabato, i dirigenti della banca avrebbero scoperto le malefatte del loro quadro e avrebbero deciso di agire in tutta fretta, liquidando tutte le posizioni aperte da Kerviel sul mercato dei "futures". Data la situazione delle Borse, la vendita è avvenuta in uno dei momenti peggiori e ed è costata un'enormità. Kerviel è stato licenziato e denunciato, i suoi diretti superiori hanno dato le dimissioni, Bouton e il suo vice hanno rinunciato ai loro "premi" per il 2007 e allo stipendio dei primi sei mesi del 2008. Per l'esercizio 2007, grazie all'ottima gestione passata, la banca presenterà, nonostante tutto, un utile compreso fra i 600 e gli 800 milioni contro i 5,2 miliardi dell'esercizio precedente. E per rimettersi la Société Générale farà nelle prossime settimane un aumento di capitale di 5,5 miliardi, praticamente già coperto. Sospeso in mattinata, il titolo è calato del 4,14 per cento. Poco rispetto alla batosta subita, ma non bisogna dimenticare che negli ultimi sei mesi la Générale ha perso il 40 per cento del suo valore. Ma com'è stata possibile una truffa di queste proporzioni? Secondo Bouton, il trader conosceva perfettamente i sistemi di controllo, realizzava operazioni fittizie per nascondere quelle reali al momento delle verifiche. In un servizio in cui lavorano 2 mila 500 persone, nessuno se n'è accorto fino a quando non ha iscritto un'operazione che è apparsa ai controllori impossibile. Kerviel lavorava su contratti a termine semplici, "plain vanilla", cioè limitati ad opzioni di acquisto o di vendita, che nel suo caso erano ancorati agli indici delle Borse europee. Bouton ha cercato di rassicurare gli azionisti e i mercati: "Tutte le falle dei sistemi di controllo sono state corrette, grazie all'aumento di capitale la banca è più solida di prima". Tutti lo hanno appoggiato: dal governatore della Banca di Francia, Christian Noyer ("La Générale è solida, la sua situazione è sana. Si tratta di un incidente, di una truffa inaudita, inverosimile") al ministro delle Finanze, Catherine Lagarde ("I suoi fondi propri sono sopra la media"). E da Davos, FranÇois Fillon ha cercato di calmare gli animi: "E' un affare serio, ma non ha niente a che vedere con la crisi dei mercati finanziari". In privato, però, gli uomini del ministero delle Finanze sono furiosi: la storia appanna l'immagine della piazza parigina, spaventa i piccoli azionisti in un momento delicato, accresce lo scetticismo degli operatori economici. Non pochi però avanzano dubbi sulla versione ufficiale. "E' difficile credere a questa spiegazione - dice ad esempio Elie Cohen, uno dei più noti economisti francesi - nelle sale operative si ritiene che non sia possibile che una persona possa averlo fatto da solo. Si pensa invece che la banca abbia esagerato l'ampiezza della malversazione per nascondere varie operazioni di mercato andate male". Fino a prova contraria però il responsabile di tutto questo resta un uomo di trentun anni, entrato alla Générale sette anni fa, considerato da alcuni un genio informatico, da altri una personalità vulnerabile. Secondo alcuni sindacalisti, i dirigenti della banca hanno parlato di un uomo con "un eccezionale talento di dissimulazione". Si parla anche di problemi familiari, di "suicidio professionale". Se così fosse, c'è poco da stare allegri: gli stati d'animo di un piccolo uomo avrebbero potuto far colare a picco una delle più grandi e credibili banche europee.
Economia Banca e banchieri Svaniti nel nulla 5 miliardi a Parigi la truffa dei record Funzionario infedele mette ko la Société Générale Un trader della banca avrebbe occultato perdite da speculazioni sbagliate GIAMPIERO MARTINOTTI dal nostro corrispondente PARIGI - La speculazione può vestire i panni di un piccolo uomo, di un modesto funzionario di banca, capace di perdere cinque miliardi di euro senza che nessuno se ne accorga in una delle più grandi banche europee. Passerà alla storia come lo scandalo "plain vanilla", espressione gergale in cui la vaniglia non c'entra niente, ma che definisce solo operazioni semplici sul mercato dei "futures": in pratica, puntate sul rialzo o sul ribasso di merci, valute, azioni o quant'altro. Jérome Kerviel, trentuno anni, stipendio attorno ai 100 mila euro annui, ha giocato tutto sul rialzo delle Borse. Non per sé, ma per il suo istituto di credito. Secondo la versione ufficiale, una certa genialità perversa gli ha consentito di operare in segreto, sfuggendo ai controlli dei suoi superiori. Sabato, quando le temerarie operazioni di Kerviel sono state scoperte, Daniel Bouton dev'essere impallidito: uno dei più rispettati banchieri europei, l'uomo che da più di dieci anni guida con competenza e abilità la Société Générale, si è accorto di essere stato truffato da un quadro di media importanza. Bouton ha offerto le proprie dimissioni al consiglio di amministrazione della banca, che le ha respinte, ma ha sudato e dovrà ancora sudare molto più delle proverbiali sette camicie per spiegare ai mercati come e perché un suo dipendente ha potuto bruciare da solo cinque miliardi di euro. E la Banca di Francia avrà il suo bel daffare per chiarire come sia possibile sfuggire a tutti i controlli. Ieri mattina, gli operatori di Borsa non hanno creduto ai loro occhi leggendo il comunicato della Société Générale: la tredicesima banca europea per capitalizzazione annunciava quasi sette miliardi di perdite. Due dovuti alla crisi americana dei subprime, 4,9 provocati dalla più grande truffa finanziaria della storia. I precedenti, infatti, non reggono il confronto: tra il 1986 e il 1996 Yasuo Hamanaka ha fatto perdere alla Sumitomo una cifra equivalente a 1,8 miliardi in euro per le sue speculazioni sul rame. E nel 1995 la Barings è fallita a causa delle pazzie di Nick Leeson, che aveva accumulato un miliardo di euro di perdite scommettendo sulla borsa di Tokyo e i prezzi del greggio. In meno di un anno, Kerviel ha perso più dei suoi più spericolati predecessori. Senza mettersi un centesimo in tasca, ma forse solo per fare un colpo e diventare un "pezzo grosso" della finanza. Sabato, i dirigenti della banca avrebbero scoperto le malefatte del loro quadro e avrebbero deciso di agire in tutta fretta, liquidando tutte le posizioni aperte da Kerviel sul mercato dei "futures". Data la situazione delle Borse, la vendita è avvenuta in uno dei momenti peggiori e ed è costata un'enormità. Kerviel è stato licenziato e denunciato, i suoi diretti superiori hanno dato le dimissioni, Bouton e il suo vice hanno rinunciato ai loro "premi" per il 2007 e allo stipendio dei primi sei mesi del 2008. Per l'esercizio 2007, grazie all'ottima gestione passata, la banca presenterà, nonostante tutto, un utile compreso fra i 600 e gli 800 milioni contro i 5,2 miliardi dell'esercizio precedente. E per rimettersi la Société Générale farà nelle prossime settimane un aumento di capitale di 5,5 miliardi, praticamente già coperto. Sospeso in mattinata, il titolo è calato del 4,14 per cento. Poco rispetto alla batosta subita, ma non bisogna dimenticare che negli ultimi sei mesi la Générale ha perso il 40 per cento del suo valore. Ma com'è stata possibile una truffa di queste proporzioni? Secondo Bouton, il trader conosceva perfettamente i sistemi di controllo, realizzava operazioni fittizie per nascondere quelle reali al momento delle verifiche. In un servizio in cui lavorano 2 mila 500 persone, nessuno se n'è accorto fino a quando non ha iscritto un'operazione che è apparsa ai controllori impossibile. Kerviel lavorava su contratti a termine semplici, "plain vanilla", cioè limitati ad opzioni di acquisto o di vendita, che nel suo caso erano ancorati agli indici delle Borse europee. Bouton ha cercato di rassicurare gli azionisti e i mercati: "Tutte le falle dei sistemi di controllo sono state corrette, grazie all'aumento di capitale la banca è più solida di prima". Tutti lo hanno appoggiato: dal governatore della Banca di Francia, Christian Noyer ("La Générale è solida, la sua situazione è sana. Si tratta di un incidente, di una truffa inaudita, inverosimile") al ministro delle Finanze, Catherine Lagarde ("I suoi fondi propri sono sopra la media"). E da Davos, FranÇois Fillon ha cercato di calmare gli animi: "E' un affare serio, ma non ha niente a che vedere con la crisi dei mercati finanziari". In privato, però, gli uomini del ministero delle Finanze sono furiosi: la storia appanna l'immagine della piazza parigina, spaventa i piccoli azionisti in un momento delicato, accresce lo scetticismo degli operatori economici. Non pochi però avanzano dubbi sulla versione ufficiale. "E' difficile credere a questa spiegazione - dice ad esempio Elie Cohen, uno dei più noti economisti francesi - nelle sale operative si ritiene che non sia possibile che una persona possa averlo fatto da solo. Si pensa invece che la banca abbia esagerato l'ampiezza della malversazione per nascondere varie operazioni di mercato andate male". Fino a prova contraria però il responsabile di tutto questo resta un uomo di trentun anni, entrato alla Générale sette anni fa, considerato da alcuni un genio informatico, da altri una personalità vulnerabile. Secondo alcuni sindacalisti, i dirigenti della banca hanno parlato di un uomo con "un eccezionale talento di dissimulazione". Si parla anche di problemi familiari, di "suicidio professionale". Se così fosse, c'è poco da stare allegri: gli stati d'animo di un piccolo uomo avrebbero potuto far colare a picco una delle più grandi e credibili banche europee.
( Repubblica, La del 25/01/2008 )

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