7/27/2017

Carpeoro: l’Isis finirà presto, grazie ai massoni progressisti

Gli attentati dell'Isis nascono dall'esigenza, da parte di logge massoniche reazionarie e di alcuni interessi e gruppi economici di potere, di fronteggiare il fatto che parte della massoneria, parte della finanza e parte, per certi aspetti, anche del potere, che non è necessariamente un'entità negativa, si sta dissociando. C'è stata un'evoluzione, iniziata con l'epoca Bush, con "fronti di gestione" del potere in cui c'era una componente che era un po' il "gruppo alfa" e l'altra, che stava zitta. Questa seconda componente – che si esprime nella finanza, nella massoneria, nei gruppi di potere – non è più allineata. Non è poù disposta a tacere, a subire, e ha preso piede. Aveva già preso piede con la figura del leader svedese Olof Palme (assassinato nel 1986), che stava diventando segretario generale dell'Onu – non una "carichetta" di poco conto, e la sua nomina era certa. E' stato ammazzato perché la massoneria reazionaria non voleva che un massone progressista, con linee politiche-economiche moltro precise, arrivasse a una posizione di stra-potere. E con lui è stata "ammazzata" tutta la classe socialista e progressista europea, è stata disarcionata. E questa realtà traumatica ha richiesto un po' di tempo perché le cose si riorganizzassero.

Ma la massoneria progressista e i socialisti adesso si sono riorganizzati. E si sono riorganizzati in termini così pericolosi, per gli avversari, che c'è stato un fenomeno Sanders in America, esattamente come c'è una ripresa di un certo tipo in Inghilterra. Olof PalmeE, grazie ai deliri di Macron, tra poco avverrà anche in Francia, dove c'era un prestanome, Hollande – che non è un socialista vero, come non lo era Tony Blair. Erano controfigure. Invece quello inglese, Corbyn, è uno che viene da là. E adesso i socialisti francesi, che stanno per fare un congresso, tireranno fuori un altro personaggio – l'ennesimo massone progressista "con le palle" – che a Macron farà un'opposizione di un certo spessore; ve ne accorgerete tra qualche mese. Quindi, a questo punto, succede che la parte più determinata e sanguinaria, quella che non aveva esitato a fare la guerra a Saddam, che non aveva esitato – per arrivare in America a determinate leggi repressive – a organizzare il primo fantoccio, Al-Qaeda, e poi il secondo fantoccio, Isis, oggi ha bisogno di tenere alta la tensione. E' una specie di strategia della tensione a livello mondiale.

Ha bisogno di questo terrorismo: perché ti fa vincere le elezioni localmente, ti fa gestire. Ma non lo possono portare avanti più di tanto, non è possibile: perché tu puoi, per tre anni, traccheggiare con quei quattro straccioni che ci sono in Siria, facendo finta che possano mettere in difficoltà le sette potenze mondiali, ma non la puoi tirare in lungo più di tanto, anche perché ci sono ripercussioni economiche, per esempio sulla gestione del petrolio. Nel momento in cui si deve abbassare il livello di tensione, per la componente che ha progettato l'Isis cominceranno a fioccare le sconflitte, grazie all'azione dell'area progressista. E ad agire non saranno più dei prestanome: il presentare la Clinton, Hollande o Tony Blair come area Bernie Sandersprogressista faceva parte dell'operazione truffaldina che è stata fatta fino a ieri. Ma questa operazione ormai sta crollando: tutti, ormai, si rendono conto che quei soggetti non sono di area progressista – come non è di area progressista Renzi: non si può presentare come progressismo una cosa che non è progressismo, non è socialismo, non è socialdemocrazia.

Nel momento in cui questa tensione terroristica si abbasserà, si riapriranno man mano gli orizzonti politici per delle forze progressiste che si sono riorganizzate, che hanno ritrovarto dei dirigenti – quello inglese mi sembra "tosto"; Sanders è un "personaggio" di cui tra poco comincerete a vedere gli effetti, perché anche lì stanno allevando il "delfino". Secondo me, questo orizzonte cambierà. Alle primarie democratiche, Sanders sapeva benissimo che la situazione non era ancora pronta, per il suo fronte. Le cose maturano – politicamente, socialmente – con dei loro tempi. Sanders aveva il compito di lanciare un segnale, e l'ha lanciato bello forte. Poi, siccome è un politico raffinato, ha capito che doveva ammorbidire le sue posizioni. Anche perché, quand'è che ha ammorbidito la sua linea? Quando la Clinton ha avuto il primo malore. Cioè: quando ha avuto la certezza che la Clinton non sarebbe stata eletta. Tutti quelli che capiscono di America sapevano perfettamente che già dopo il primo malore, dopo le prime Jeremy Corbynvoci sulla sua salute, la Clinton non sarebbe stata eletta. Perché gli americani non lo votano, un candidato presidente che ha problemi di salute; sono troppo efficientisti, culturalmente.

Pensate che gli esami medici dei presidenti Usa sono sempre stati un problema pubblico, non privato; provate a chiederli a Renzi, i suoi esami medici, e vedete come vi manda a quel paese. Là non funziona non così: l'America è un paese che un presidente con problemi di salute non lo vota, non lo elegge, col rischio di ritrovarsi poi un vicepresidente, alla Casa Bianca. Figurarsi la Clinton dopo che ha avuto il secondo malore, quello grosso. Ma i sentori che sarebbe stato eletto Trump c'erano già tutti. D'altro canto, Trump è perfettamente funzionale per lo sviluppo di una seria area progressista, in America. Perché i danni che fa Trump all'area conservatrice sono irreparabili. Quindi, questo quadro era già chiaro, limpido, netto. Ci sono politici che lo sanno. Quando Renzi perse le prime primarie, sapeva perfettamente che avrebbe vinto le seconde. Sapeva perfettamente che Bersani non avrebbe preso la maggioranza assoluta, che sarebbe stato sbeffeggiato dai grillini, che non sarebbe neppure stato capace di far eleggere il presidente della Repubblica, avrebbero dovuto rinnovare Napolitano – era tutto già scritto, non c'era possibilità di varianti.

Il problema, in Italia – molto serio – è che noi abbiamo difficoltà a ristrutturare l'area progressista. Non ci riusciamo, per un insieme di motivi. Perché anche qui c'è un prestanome, che si prende l'area progressista senza essere progressista, avendo questa strana ripulsa per le ideologie: è il movimento grillino. Il Movimento 5 Stelle dovrebbe diventare più ideologico e porsi dei problemi di progressismo, ma siccome nasce solo sul marcare la sua differenza, non fondata su cose che afferma, ma solo su cose che smentisce e contesta, è più difficile. Perché l'area progressista è un'area di proposta. E poi, scusate, questo fatto che le ideologie sarebbero un crimine mi ha stufato. Io sono profondamente ideologico, me ne vanto: mi vanto di avere un'ideologia, perché l'ideologia è il progetto – qualunque sia: è il progetto che tu proponi agli altri. Se non hai un'ideologia non hai un progetto, stai proponendo solo una speculazione. Tu mi devi dire come vuoi organizzare la società, la politica, Carpeorol'economia, poi io ti dico se ti voto o no. In realtà quelle della politica sono diventate proposte non-ideologiche, quindi sostanzialmente non-progettuali – da qualunque punto di vista: liberale, socialista. Io sono stufo di questa truffa: la politica senza ideologia è solo speculazione. Questo bisogna dirlo, agli italiani: tutti quelli che ti dicono "non vogliono avere un'ideologia" è perché ti vogliono fottere.

(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate nell'ambito della diretta web-radio "Border Nights" del 23 luglio 2017, condotta da Fabio Frabetti e ripresa su YouTube. Carpeoro, massone e simbologo, nel 2016 ha pubblicato il saggio "Dalla massoneria al terrorismo", che illumina i retroscena che collegano massoneria internazionale reazionaria, servizi segreti Usa e manovalanza islamista, nell'ambito della "sovragestione" del terrorismo internazionale, ieri targato Al-Qaeda e oggi Isis. Carpeoro è anche impegnato nel Movimento Roosevelt, fondato da Gioele Magaldi per tentare di rigenerare in senso progressista la politica italiana).

Fonte: http://bit.ly/2vLNLft

7/18/2017

Is Morocco Being Groomed For Another Arab Spring?

Is Morocco Being Groomed For Another Arab Spring?
Moroccan soldiers simulate urban combat marksmanship drills during urban combat marksmanship training conducted by U.S. Marines and Moroccan forces as part of Exercise African Lion 2010 at Morocco Military Base Tifnit May 19. (U.S. Army photo by Sgt. Whitney Houston, 128th MPAD, UTNG)

The green shoots of regime change?

In nearly every case of a forcible, West-led, regime change in the Middle East or Ukraine, the process began with low level public protests against a real or imagined abuse of power by security forces. Morocco’s current situation appears to follow the same scenario. The killing of Mouhcine Fikri, a fisherman who was crushed by a truck while attempting to retrieve fish that was confiscated by the police in October 2016, had sparked several waves of unrest and civil disobedience initially in the city of Al-Khoseima which later spread to other parts of the Rif region.
These protests quickly produced an informal leader, Nasser Zefzafi, a 39-year-old unemployed man with considerable rhetorical skill and a populist touch. Zefzafi’s demands quickly escalated beyond the initial case of Fikri’s death and included Morocco’s corruption, repressions, absence of investments and subsidies to the Rif region, onerous security forces’ presence, even Morocco’s foreign aid to African countries and the King Mohammed VI’s claim of supreme spiritual authority.
Zefzafi, moreover, demanded to enter into negotiations with the king himself rather than his representatives, a demand that was bound to be rejected due to its unprecedented nature. Interestingly, Zefzafi accused the king of having entered a scheme with Gulf Arab states in order to settle Arabs in Morocco, thus displacing the native Berbers.

Containing the Crisis

Morocco’s government responded by dispatching a delegation with promised 1 billion euro over the course of five years and by accusing the protesters of separatism and, on May 29, arresting Zefzafi and other protest leaders who now stand accused of promoting separatism, encouraging rebellion, obtaining financial support from foreign powers, attempting a forcible regime change, which under Morocco’s criminal code may be punished by death.Ultimately 32 of the key activists were sentenced to 18 months of prison, while others received 2 or 3 month sentences.
Alas, far from tamping down on the unrest, the trial proved a rallying point for a variety of forces  which hope to capitalize on the protests and turn them to political advantage. About 600 attorneys representing the vast majority of legal offices in the country expressed willingness to challenge the ruling. In Rabat there was held a solidarity protest with up to 40 thousand participants which included such organizations as the February 11 Movement which appeared during the original Arab Spring, the Istiqlal Party which is now much diminished in spite of having won the country independence in the 1950s, and the Al Adl Wa Al Ihssane (Justice and Spirituality), a semi-legal Islamist association, which is tolerated by the Moroccan authorities. It also took part in protests of the Arab Spring with the slogan of introducing Sharia law in Morocco which refuses to participate in the legitimate political process and has a strong presence in Rif. Mohammed VI, clearly not wishing to see the situation escalate into bloodshed, recognized the right to protest and indicated the need to investigate why the 650 million euro development plan for Rif was not implemented.
Indeed, the economic situation in the Rif region is the reason why so many segments of society jumped on the bandwagon of protest, which is a recurring phenomenon in this part of Morocco. The most important form of economic activity is the…cultivation of cannabis and smuggling of Latin American narcotics from West Africa. Even though this is fairly lucrative trade, little of it trickles down to ordinary citizens, with government officials being accused of skimming off the profits. The poverty also prompted many of the region’s young men to join various terrorist factions in Iraq and Syria, and with the fighting in these two countries slowly coming to a close, these men now pose a threat to the long-term stability of Morocco.

Morocco in the Saudi-Qatari Confrontation

Morocco is fortunate in that, unlike in the other cases of regime change, the wave of protests did not coincide with an effort by the US or other Western powers to overthrow its government. Washington appears pleased with the monarchy and is not calling on Mohammed VI to step down. Morocco’s main strategic rival is Algeria which seeks to wrest away Western Sahara, but is in no position to mount major actions of any kind. The unrest in Morocco did coincide with the Saudi-Qatari confrontation and, considering that various Moroccan factions have ties to either Saudi Arabia or Qatar, the future of this country’s politics will be influenced by the outcome of the Gulf power struggle. Mohammed VI is fairly close to the House of Saud and the UAE which are major investors in Morocco (investments in 2016 France – 22%, UAE – 15,2%, SA – 11,2 %, USA – 9,6%, Qatar – 7,8%).  According to some experts, in this situation, protests could be initiated by Qatar through several religious movements which are under its control.
One of the weakest aspects of royal power is the religious sector. The king has complicated relations with Islamic movements within the country. After the terrorist attack in Casablanca in 2003, Mohammed VI began actively strengthen personal power in religious institutions trying to achieve firm control over the religious sector. During his reign, new Islamic governance bodies were established, and many Islamic research centers were opened. Currently Mohamed 6, being a direct descendant of the Prophet Mohamed, is viewed as the highest religious authority in the country and the commander of the faithful (amir al-muminin). He positions himself as a defender of traditional moderate ‘maliki’ Islam. The Mohammed VI Institute for the Training of Imams, Morchidine and Morchidate, which was established in 2015, annually trains hundreds of imams from Nigeria, Chad, Guinea, Côte d’Ivoire, Tunisia and France. Morocco, along with Egypt and Saudi Arabia, is one of the world leaders in the field of Islamic education. This allows the country to influence foreign states. However, the king was not able to substitute fully for his control of the religious sector.
According to some experts, a significant part of Muslims within the country are affected by the Muslim Brotherhood and Qatar. Qatar’s possible link to Morocco’s politics is the Party of Justice and Development (PJD) which has been pressing the king to relinquish part of its powers by allowing a new constitution. The PJD leader Abdelilah Benkiran for several years (November 2011- april 2017) was the prime minister of Morocco. The current prime minister Saadeddine Othmani is the incumbent PJD Secretary-General.  It is known that PJD has ties to the Muslim Brotherhood. Though PJD didn’t take part in the protests and there is no direct evidence Qatar was involved in stoking the protests, Qatar’s involvement cannot be ruled out. The Moroccan protests would have been advantageous to Qatar as a means of demonstrating the country’s ability to destabilize Morocco and therefore compel the Mohammed VI to stray from his Saudi-friendly position and, indeed, Morocco has not joined the Saudi economic and political blockade of Qatar.

For the moment, Morocco’s political future is not facing any clear threats. The country’s economy is performing reasonably well and the king is popular and has the backing of the army and security forces. The wild card, as usual, is the United States which has been known of turning on its own allies without a moment’s notice in order to achieve its economic objectives. It is possible that Morocco owns a golden share in the current conflict in the Gulf, this may affect the future of Morocco which may yet find itself the battleground for the struggles between the world giants. The Rif protests may have been simply the first volley of that war.

https://southfront.org/morocco-groomed-another-arab-spring/

7/17/2017

Offerte di lavoro

17/07/2017 A.C




Il candidato ideale un ragazzo giovane di buon comando (Perché i vecchi sono stati già domati e disposti a qualunque proposta pur di lavorare con il paradosso della pensione che in ultima battuta avanzano per la pensione i 70 anni sennò l'INPS va in bancarotta,anche se è già in bancarotta da diversi anni, sono i giovani che si fa ancora fatica a fargli accettare quanto segue cioè il plagio mentale o il soggiogo)

volenteroso umile ed affidabile, con buona adattabilità ai cambiamenti; che sa porsi a seconda delle diverse situazioni e ai diversi ambienti lavorativi in modo pacato ma flessibile, ha un buon autocontrollo, modula le proprie emozioni soprattutto in situazioni di stress, ha un buon eloquio,accetta qualunque ordine.

Si terranno in considerazione solo i candidati con i requisiti richiesti.


7/12/2017

La Storia della marijuana e dell’uso della Cannabis tenuta nascosta

E' una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall'Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso.

E poi, cosa è successo? I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l'energia (Standard Oil – Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l'abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario efficiente e troppo economico, e si unirono così per  formare un'alleanza sufficientemente forte per batterlo. Partì quindi un'operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta" ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città.

Ecco la datazione e ala fine un documentario che spiega bene cosa è successo e cosa ci è stato precluso.

6000 a.C.

I semi della Cannabis vengono usati come cibo in Cina.

4000 a.C.

Tessuti fatti di canapa vengono usati in Cina. (J. Ott, Pharmacotheon)

2727 a.C.

Prima registrazione nella farmacopea cinese dell'uso della Cannabis come medicina. In ogni parte del mondo l'uomo ha usato cannabis per una larga varietà di problemi di salute.

1500 a.C.

La cannabis viene coltivata in Cina come cibo e fibra tessile.

1500 a.C.

Gli Sciti coltivano la cannabis e la usano per tessere fini tessuti di canapa. (Sumach 1975)

1200-800 a.C.

La cannabis è menzionata nel testo sacro Indù Atharvaveda (Scienza degli incantesimi) come "Erba Sacra", una delle cinque piante sacre dell'India. È usata in medicina e nei riti sacri come offerta a Shiva.

700-600 a.C.

Lo Zen-Avesta, un antico testo religioso della Persia composto di diverse centinaia di volumi, e detto essere stato scritto da Zaratustra (Zoroaster), fa riferimento al bhang (un composto di foglie e semi di cannabis fumato, masticato, mangiato o infuso come bevanda per ottenere un moderato stato di euforia) come il "buon narcotico" di Zaratustra (Vendidad or The Law Against Demons)

700-300 a.C.

Le tribù Scite lasciano semi di cannabis come offerte nelle tombe reali.

500 a.C.

Una coppia Scita muore ed è sepolta con due piccole tende ricoprenti degli incensieri. Attaccato a un bastone della tenda c'è un sacchetto di pelle decorata contenente semi di Cannabis selvatica. Questo fatto va di pari passo con le storie raccontate da Erodoto. Il luogo di sepoltura, scoperto alla fine degli anni 40, si trovava in Pazkyr, a nord est delle montagne del Tien Shan, in quello che oggi è il Kazakistan.

500 a.C.

La canapa viene introdotta nel nord Europa dagli Sciti. Un'urna contenente foglie e semi della pianta della Cannabis, ritrovata in uno scavo vicini a Berlino, è datata attorno a questo periodo.

500-100 a.C.

La canapa si diffonde in tutta l'Europa del nord.

430 a.C.

Erodoto riporta circa l'uso sia rituale sia ricreativo della Cannabis da parte degli Sciti. (Erodoto, Storie, 430 a.C. tradotto da  G. Rawlison).

100-0 a.C.

Le proprietà psico tropiche della Cannabis sono menzionate nell'erbario appena composto a quel tempo  da Pen Ts'ao Ching, che viene attribuito a un imperatore.

0-100 d.C.

Costruzione di una scatola di pasta di vetro e oro Samaritana per la conservazione di hashish, coriandolo o sale, sepolta in una tomba della Siberia.

70 d.C.

Dioscoride menziona l'uso della Cannabis come medicamento presso i Romani.

170 d.C.

Galeno (un romano) allude ai poteri psicoattivi dei preparati di semi di Cannabis.

500-600 d.C.

L'ebreo Talmud menziona le proprietà euforiche della Cannabis. (Abel 1980)

900-1000 d.C.

Studiosi discutono i pro e i contro nel mangiare hashish. L'uso si diffonde in tutta l'Arabia.

1090-1256 d.C.

In Khorasan, Persia, Hasan ibn al-Sabbah, il Vecchio della Montagna, recluta seguaci per commettere assassini… leggende si creano circa il loro supposto uso di hashish. Queste leggende sono alcune delle prime storie scritte sulla scoperta dei poteri inebrianti della cannabis e del supposto uso di hashish.

1200   La cannabis viene introdotta in Egitto durante il regno della dinastia Ayyubid, in occasione delle piene d'Egitto, da parte di mistici devoti provenienti dalla Siria. (M.K. Hussein 1957 – Soueif 1972)

Inizi del 1200

Fumare hashish è molto popolare del Medio Oriente. Nascita della leggenda persiana della scoperta personale della cannabis da parte del maestro sufi Sheikh Haidar di Khorasan e conseguente diffusione della leggenda in Iraq, Bahrein, Egitto e Siria. Questo è un altro dei primi scritti narrativi sull'uso della cannabis come inebriante.

1300

Viene scritta la monografia più antica riguardante l'hashish, Zahr-al-arish fi tarhim al-hashish.Poi è andata persa.

1300

Ibn al-Baytar di Spagna fornisce una descrizione della cannabis psicoattiva.

1300

I mercanti arabi portano la cannabis sulle coste africane del Mozambico.

1231

L'hashish viene introdotto in Iraq nel regno del Califo Mustansir (Rosenthal 1971)

1271-1295

Si svolgono i viaggi di Marco Polo, durante i quali egli fornisce un resoconto di seconda mano della storia di Hasan ibn al-Sabbah e dei suoi "assassini" che usano hashish. Questa è la prima volta che rapporti sulla Cannabis vengono portati all'attenzione dell'Europa.

1378

L'emiro ottomano Soudoun Scheikhouni pubblica uno dei primi editti contro l'uso di mangiare hashish.

1526

Babur Nama, primo imperatore e fondatore dell'impero Mughal viene a conoscenza dell'hashish in Afganistan.

Metà del 1600

Il poema epico, Benk u Bode, del poeta Mohammed Edn Soleiman Foruli di Baghdag, tratta allegoricamente di una battaglia dialettica tra vino e hashish.

1700

L'uso di hashish, alcool e oppio si diffonde tra le popolazioni occupate di Costantinopoli.

Tardo 1700

L'hashish diviene uno dei maggiori beni commerciali tra l'Asia centrale e quella del sud.

1809

Antoine Sylvestre de Sacy, un arabista importante, rivela l'etimologia delle parole "assassino" e "hashashin".

1840

In America, preparati medicinali a base di cannabis diventano disponibili. L'hashish è disponibile nelle farmacie persiane.

1843

Le Club des Hashischins o Il Club dell'Hashish, viene fondato a Parigi.

Dopo il 1850

L'hashish appare in Grecia.

1856

Gli inglesi tassano il commercio di ganja e charas (due prodotti della Cannabis).

1870-1880

Primo rapporto di fumo di hashish in Grecia.

1875

Viene introdotta in Grecia la coltivazione dell'hashish.

1877

Kerr riporta il commercio di ganja e di charasin  sull' India.

1890

Il Dipartimento degli Interni greco proibisce l'importazione, la coltivazione e l'uso di hashish.

1890

L'hashish diventa illegale in Turchia.

1893-1894

Viene pubblicato il Rapporto della Commissione per le Droghe della Canapa Indiana.

1893-1894

Da 70.000 a 80.000 chili di hashish vengono importati legalmente dall'India all'Asia centrale ogni anno.

Inizio del 900

Fumare hashish è molto popolare del Medio Oriente.

1915-1927

La cannabis comincia a essere vietata per l'uso non medico negli Stati Uniti, specialmente negli stati del sud ovest… California (1915), Texas (1919) e stato di New York (1927).

Anni 20

L'hashish è importato di contrabbando da Grecia, Siria, Libano, Turchia, e Asia centrale.

1926

La produzione di hashish libanese raggiunge il suo apice dopo la prima guerra mondiale fino alla sua proibizione nel 1926.

1928

L'uso ricreativo di Cannabis viene bandito in Inghilterra.

Anni 20 e 30

Hashish di prima qualità viene prodotto in Turchia vicino al confine greco.

1930

La regione del Yarkand nel Turkestan cinese esporta 91.471 chili di hashish legalmente nelle regioni indiane della frontiera di nord ovest a e del Punjab.

Anni 30

Importazioni legalmente tassate di hashish continuano ad avvenire in India dall'Asia centrale.

1934-1935

Il governo cinese intraprende azioni per cessare tutte le coltivazioni di Cannabis nel Yarkand ed il traffico di charas dal Yarkand. Entrambe  le produzione lecite d illecite di hashish diventano illegali nel Turkestan cinese.

1936

Il dittatore Metaxas in Grecia bandisce il fumo dell'hashish.

1937

La cannabis viene resa illegale negli Stati Uniti con l'approvazione del Marijuana Tax Act.

1938

Le forniture di hashish dal Turkestan cinese cessano quasi completamente.

Anni 40

La tradizione greca di fumare hashish svanisce.

1941

Il governo indiano considera la coltivazione di hashish in Kashmir per colmare il vuoto lasciato dal Turkestan cinese.

1941-1942

Charas, prodotto a mano del Nepal, è la miglior qualità di hashish in India durante la seconda guerra mondiale.

1945

L'uso legale di hashish continua in india.

1945-1955

L'uso di hashish in Grecia fiorisce nuovamente.

Anni 50

Hashish viene ancora contrabbandato in India dalle zone asiatiche della Cina centrale.

Anni 50

Il governo marocchino tacitamente acconsente alla coltivazione di kif (nome locale per l'hashish) nelle montagne del Rif.

1962

L'hashish viene prodotto per la prima volta in Marocco.

1963

La polizia turca sequestra 2 tonnellate e mezza di hashish.

1965

Primo rapporto dell'uso di Cannabis afgana per la produzione di hashish nell'Afganistan del nord.

1965

Mustafa arriva a Ketama in Marocco per produrre hashish dal kif locale.

1966

Il governo del Marocco tenta di eliminare i coltivatori di kif dalle montagne del Rif.

1967

"Smash", il primo olio di hashish fa la sua comparsa. Il "libanese rosso" raggiunge la California.

Tardi anni '60 e primi anni '70

La Brotherhood of  Eternal Love  (la Confraternita dell'amore eterno) rende popolare l'hashish afgano.

1970-1973

Vasti campi di cannabis vengono coltivati per la produzione di hashish in Afganistan. Sono gli ultimi anni in cui il ben famoso hashish afgano è disponibile sul mercato.

27 ottobre 1970

Negli stati Uniti viene approvato il Comprehesive Drug Abuse Prevention and Control Act (la legge comprensiva per la prevenzione e il controllo dell'uso della droga). La Parte II di questa legge è il Controlled Sustance Act o CSA (legge sulle sostanze sotto controllo) che definisce un sistema a Schedule per le droghe e pone molti degli allucinogeni conosciuti (LSD, psilocybin, psilocin, mescalina, peyote, cannabis) sotto la Schedula I.

1972

La Commissione Shafer costituita da Nixon raccomanda che l'uso di cannabis sia reso nuovamente legale, ma questo viene ignorato. La ricerca medica continua.

Primi anni 70

L'hashish rosso e biondo di alta qualità vengono esportati dal Libano. La più alta qualità di hashish turco proveniente di Gaziantep, vicino alla Siria, fa la sua comparsa in Europa occidentale.

Inizio anni 70

Diversi tipi di hashish afgano vengono introdotte in nord America per la produzione di sinsemilla (un tipo di pianta di marijuana con un alto contenuto di resina). Gli occidentali portano in Afganistan retine metalliche per setacciare (le particelle di resina della pianta di cannabis con cui si produce l'hashish). Cominciano gli sforzi della polizia afgana nella lotta all'hashish.

1973

Il Nepal bandisce i negozi di Cannabis e l'esportazione di charas (hashish fatto a mano).

1973

Il governo afgano rende illegale la produzione e la vendita di hashish. Il raccolto afgano è pietosamente ridotto.

1975

La Food and Drugs Administration americana stabilisce il programma del Compassionate Use (uso compassionevole)  della marijuana medica.

1976-1977

La qualità dell'hashish libanese raggiunge il suo massimo.

1978

Occidentali producono hashish setacciato in Nepal da Cannabis selvatica.

Tardi anni 70

Aumentano le produzioni di hashish afgano "moderno". Varietà di Cannabis vengono importate nel Kashmir dall'Afganistan per la produzione di hashish setacciato.

Anni 80

Il Marocco diviene uno, se non il più grande, dei paesi che producono ed esportano hashish.

Anni 80

Hashish "border" (di confine) viene prodotto nel nord ovest del Pakistan lungo il confine afgano per evitare la guerra tra Russia e Afganistan.

1985

Hashish viene ancora prodotto da musulmani del Kashgar e del Yarkand (nord ovest della Cina)

1986

In Amsterdam, Goa (uno stato dell'India) e America, la maggior parte delle scorte private di hashish afgano di prima della guerra sono quasi esaurite.

1987

Il governo del Marocco prende seri provvedimenti contro le coltivazioni di Cannabis nelle quote meno elevate delle montagne del Rif.

1988

Il giudice di legge amministrativa della DEA americana Francis Young scopre, dopo udienze approfondite, che la marijuana è stata chiaramente stabilita per uso medico e dovrebbe quindi essere riclassificata come droga da prescrizione.

1993

Gli sforzi per eliminare la cannabis riprendono in Marocco.

1994

Pesanti combattimenti tra clan rivali musulmani continua a contrastare il commercio di hashish in Afganistan.

1994

Hashish di confine viene ancora prodotto in Pakistan.

1995

In alcuni caffè di Amsterdam vengono introdotte apparecchiature per la produzione di hashish e si comincia a vedere hashish di produzione locale.

La vera storia della Marjiuana di Massimo Mazzuco:

via Dionidream

7/07/2017

Arriva CopyCat, il malware Android che ha colpito 14 milioni di device

Secondo una nota security house, i dispositivi Android sarebbero finiti nel mirino degli hacker, ad opera del malware "CopyCat", che avrebbe già colpito 14 milioni di dispositivi, arrivando in Occidente, e generando introiti illegali per 1.5 milioni di dollari

I fan di Apple hanno spesso sostenuto che possedere un device iOS sia più sicuro ma, al di là dei facili campanilismi, gli ultimi tempi non sono stati davvero facili per i possessori di dispositivi Android based, spesso bersagli di attacchi informatici. Anche nelle scorse ore, ne è stato rilevato un altro, questa volta ad opera di "CopyCat", che colpisce alcune vecchie versioni di Android, e che avrebbe infettato qualcosa come 14 milioni di dispositivi in tutto il mondo.

La segnalazione è stata fatta dall'azienda israeliana Check Point Software che, per una combinazione dei casi, ha riscontrato un attacco virale di CopyCat ai dispositivi di un'azienda che, per la sua sicurezza mobile, si era affidata al tool "Check Point SandBlast Mobile". Da questa singola infezione, è stato facile risalire al server di "comando & controllo" del malware, riuscendo a dedurne il modus operandi e la portata generale.

Nel caso specifico, si è accertato che CopyCat dev'essersi diffuso tramite la versione fasulla, opportunamente modificata, di qualche app più nota e famosa, forse scaricata dal PlayStore anche se, di questo, ancora non v'è certezza: una volta scaricato il programma, il device risulterebbe bloccato, sì da indurre l'utente a riavviarlo. Da quel momento, partirebbe il root di sistema, ovvero il processo che darebbe agli hacker i diritti di super amministratore del dispositivo: in questo modo, iniettando del codice malevolo in Zygote, il processo di Android, che si occupa di lanciare le applicazioni, CopyCat riuscirebbe sia a installare applicazioni pubblicitarie, sia a generare – da parte delle app dell'utente, ma usando lo userID degli hacker – dei click sui banner delle campagne pubblicitarie. 

Risultato di tutto ciò? Ampi guadagni per i criminali 2.0 di quest'attacco informatico che, solo negli ultimi 2 mesi, avrebbero incamerato guadagni per circa 1.5 milioni di dollari. Secondo Check Point Software, CopyCat colpirebbe solo i dispositivi animati da vecchie versioni di Android, dalla 5.0 Lollipop alle precedenti, di cui sfrutterebbe 6 exploit: tuttavia, questa non sarebbe una ragione sufficiente per tranquillizzarsi.


I fan di Apple hanno spesso sostenuto che possedere un device iOS sia più sicuro ma, al di là dei facili campanilismi, gli ultimi tempi non sono stati davvero facili per i possessori di dispositivi Android based, spesso bersagli di attacchi informatici. Anche nelle scorse ore, ne è stato rilevato un altro, questa volta ad opera di "CopyCat", che colpisce alcune vecchie versioni di Android, e che avrebbe infettato qualcosa come 14 milioni di dispositivi in tutto il mondo.

La segnalazione è stata fatta dall'azienda israeliana Check Point Software che, per una combinazione dei casi, ha riscontrato un attacco virale di CopyCat ai dispositivi di un'azienda che, per la sua sicurezza mobile, si era affidata al tool "Check Point SandBlast Mobile". Da questa singola infezione, è stato facile risalire al server di "comando & controllo" del malware, riuscendo a dedurne il modus operandi e la portata generale.

Nel caso specifico, si è accertato che CopyCat dev'essersi diffuso tramite la versione fasulla, opportunamente modificata, di qualche app più nota e famosa, forse scaricata dal PlayStore anche se, di questo, ancora non v'è certezza: una volta scaricato il programma, il device risulterebbe bloccato, sì da indurre l'utente a riavviarlo. Da quel momento, partirebbe il root di sistema, ovvero il processo che darebbe agli hacker i diritti di super amministratore del dispositivo: in questo modo, iniettando del codice malevolo in Zygote, il processo di Android, che si occupa di lanciare le applicazioni, CopyCat riuscirebbe sia a installare applicazioni pubblicitarie, sia a generare – da parte delle app dell'utente, ma usando lo userID degli hacker – dei click sui banner delle campagne pubblicitarie. 

Risultato di tutto ciò? Ampi guadagni per i criminali 2.0 di quest'attacco informatico che, solo negli ultimi 2 mesi, avrebbero incamerato guadagni per circa 1.5 milioni di dollari. Secondo Check Point Software, CopyCat colpirebbe solo i dispositivi animati da vecchie versioni di Android, dalla 5.0 Lollipop alle precedenti, di cui sfrutterebbe 6 exploit: tuttavia, questa non sarebbe una ragione sufficiente per tranquillizzarsi.



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